Affacciandosi dal ponte dell’Accademia, sul Canal Grande, si può notare una facciata incompiuta. Questa appartiene a Palazzo Venier dei Leoni, che fu l’abitazione di Peggy Guggenheim. Questa donna è sempre stata vicina al mondo dell’arte stringendo, fin da quando era ventenne e lavorava in una libreria di New York, molte conoscenze con esponenti del mondo artistico. Altre amicizie, come quelle con Costantine Brancusi e Marcel Duchamp, iniziano invece quando si stabilisce in Europa nel 1921 e dureranno per tutta la vita. Il suo interesse per l’arte diventa sempre più forte quando apre una galleria d’arte nel 1937 “Guggenheim jeune” e poi un museo d’arte moderna a Londra. Nel 1942 apre a New york la propria galleria-museo “Art of This Century”. La collezione veneziana, oggi di proprietà della Fondazione Solomon R. Guggenheim, è secondo me importante da visitare perché ci permette di ripercorrere i maggiori movimenti e periodi dell’avanguardia, Cubismo (Orfismo, Purismo), Futurismo, Astrattismo europeo (Kandinsky, De Stijl, Suprematismo, Costruttivismo), Surrealismo, Dadaismo; e ammirare opere di Klee, Chagall e dei Metafisici, lavori precursori dell’Espressionismo Astratto, testimonianze di scultura europea (Brancusi, Giacometti, Arp, Calder, Moore), ed arte del dopoguerra. Quello che stupisce di questa collezione è la modernità di Peggy Guggenheim che riesce ad anticipare concezioni artistiche che verranno capite e accettate molto dopo, come accade con Pollock, che deve la propria carriera e il proprio successo in gran parte alla generosità di Peggy e al suo appoggio. La collezione include anche una piccola raccolta di arte tribale dell’Africa e dell’Oceania. Ad arricchire vi sono le opere italiane della Collezione Gianni Mattioli (al Museo in qualità di prestito a lungo termine dal 1997) e i prestiti di scultura europea e americana del ventesimo secolo provenienti dalla Collezione Kasher (Ernst, Giacometti, Arp, Moore, Duchamp-Villon). Secondo me la visita di questo museo è davvero incantevole perché da la sensazione di entrare, non in un museo ma in una casa accogliente ed è interessante perché rappresenta un modo di avvicinarsi all’arte contemporanea in maniera quasi esaustiva. Quello che provo quando esco da questo palazzo è una sorta di invidia verso questa donna che è riuscita ad avere questi capolavori davanti agli occhi in casa sua.
Il quadro che più mi piace e stupisce è “L’impero delle luci” di Magritte in cui è dipinto un luogo notturno sotto un cielo chiaro come di giorno. Solo al secondo impatto lo spettatore si rende conto del surreale di questa scena così realistica. L’autore stesso dice descrivendo questo quadro: “Trovo che questa contemporaneità di giorno e di notte abbia la forza di sorprendere e di incantare. Chiamo questa forza poesia” (Marcel Parquet, RENE’ MAGRITTE, 2001).
Altre informazioni: www.guggenheim-venice.it
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