Canaletto, il pittore dei tesori di Venezia

A Treviso a Ca’ dei Carraresi dal 23 ottobre 2008 al 5 aprile è in corso una mostra su Antonio Canal, meglio conosciuto come Canaletto.
Mi sembra doveroso segnalare la presenza di questa mostra perché raccoglie un notevole numero di opere dell’artista e perché grazie ad essa arrivano in Italia per la prima volta due importanti dipinti di Canaletto: Ingresso solenne del conte di Gergy a Palazzo Ducale del Hermitage di San Pietroburgo ed Il ritorno del Bucintoro del Museo di Mosca Puskin. Vediamo però di capirne di più su questo artista e sulle sue opere.
Canaletto è sicuramente il primo e più conosciuto pittore vedutista veneziano. Il pittore (Venezia 1697-1768) inizialmente però è in realtà attivo come scenografo a fianco del padre, nel 1719 compì un viaggio a Roma, in seguito al quale, abbandonò il teatro preferendo ritrarre vedute dal naturale. Sembra tuttavia più probabile che la conversione al vedutismo sia avvenuta per gradi e che il giovane Canaletto abbia cominciato col dipingere paesaggi di fantasia con rovine classiche, per giungere poi alla veduta vera e propria, seguendo gli esempi del Van Wittel. Il gusto dello scenografo è ancora evidente in certi tagli a effetto e nei forti contrasti chiaroscurali che animano il saldo impianto prospettico delle vedute.

Verso la fine del terzo decennio del secolo, l’osservazione più attenta della luce naturale e una più acuta sensibilità per i valori atmosferici condussero l’artista alla creazione di vaste composizioni percorse da una luminosità intensa che conferisce, in un sottile accostamento di rapporti cromatici, risalto a tutti gli elementi della veduta, dalle architetture alle minuscole figure, che animano la composizione e danno un’idea della dimensione degli edifici, e allo scintillio delle acque della laguna.

Le rappresentazioni del Canal Grande, dei “campi” veneziani e di località dell’entroterra lagunare o lungo il Brenta, nelle quali appaiono fissati in forme di limpida bellezza gli aspetti monumentali e anche quelli minori della città e dei dintorni, sono dipinte con abilità meticolosa e volontariamente impersonale. Una prospettiva rigorosa, la cui perfezione tradisce l’impiego della camera ottica, ordina lo spettacolo veneziano dei canali e  dei  palazzi, cui  l’ambientazione luminosa conferisce un tono di poesia.

La veduta è per Canaletto e per i vedutisti, un documento oggettivo di luoghi o eventi storici richiesto sia dalla committenza locale, sia da visitatori stranieri o da chi non potendo affrontare un lungo viaggio, desiderava conoscere ugualmente, attraverso la rappresentazione pittorica, luoghi tanto famosi. Le vedute erano scrupolosissime, tanto che, per ottenere maggiore verità di quanta non possa restituirne l’occhio umano, quest’artista, come già detto prima, fa uso della camera ottica. La camera ottica è uno strumento che facendo passare all’interno, attraverso un piccolo foro, i raggi della luce, permetteva di proiettare l’immagine su uno schermo di carta oleata o su un vetro smerigliato. Il pittore poi ricalcava questa immagine e questa era la base di partenza della veduta. Questo però non significa che i vedutisti dipingessero all’aria aperta come fecero poi gli Impressionisti: il quadro veniva assolutamente finito in bottega.

Analizzando le opere di un vedutista come Canaletto bisogna anche assolutamente tenere conto del periodo in cui operano questi artisti. Il genere della veduta infatti si inserisce in un clima particolare: Venezia nel Settecento visse un epoca di declino politico e militare. In questo periodo però, per contrasto, ci fu la volontà di dare alla città un volto ricco e fastoso. Cerimonie ufficiali, parate sul mare, ricevimenti, spettacoli si susseguivano in laguna. Cataletto è sicuramente cronista fedele di questa vita cittadina; basta osservare il ritorno del Bucintoro per capire che quest’artista vuole rendere la bellezza splendente della città. Nulla è rappresentato per caso, tutti i dettagli contribuiscono a far comprendere la grandiosità della Serenissima, già la scelta di rappresentare il Doge mentre sbarca dal Bucintoro sottolinea sicuramente l’importanza e la maestosità della Repubblica di Venezia. Inoltre, per aggiungere credito a questa voglia del pittore di esaltare la Serenissima con i suoi quadri, è sicuramente utile notare che anche quando Canaletto dipinge degli angoli poco conosciuti di Venezia fa risaltare comunque la bellezza della città, rappresentando le persone molto piccole in modo da far risaltare l’imponenza e la sfarzosità dei palazzi. Questa esaltazione di Venezia è sicuramente uno dei motivi che ha reso Canaletto uno dei pittori più conosciuti e più stimati.

per informazioni sulla mostra: www.artematica.tv

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