Informazioni su: Elza Andreon

avatar
Descrizione
maestra

Articoli di Elza Andreon

0

Energia ecologica? Quella che si risparmia

Il 16 febbraio 2005 entrava in vigore il protocollo di Kyoto: il trattato che prevede l’obbligo per i paesi industrializzati di operare una drastica riduzione di elementi inquinanti (i gas serra: anidride carbonica, metano, ossido di azoto, idrofluorocarburi, perfluorocarburi ed esafluoro di zolfo) in misura non inferiore al 5,2% rispetto alle emissioni registrate nel 1990, considerato come anno di riferimento. Tale riduzione dovrà avvenire nel periodo 2008/2012.

Questo non basta più! Da dire che molti Paesi, fra cui l’Italia, non solo non hanno ridotto le immissioni, anzi le hanno aumentate!

Infatti l’allarme “Pianeta Terra” che riguarda il surriscaldamento dell’atmosfera terrestre è da attribuirsi, ormai tutti gli scienziati concordano, all’inquinamento prodotto dall’uso intensivo del petrolio, del carbone e del gas; questo per produrre l’energia necessaria a far funzionare le attività umane delle civiltà industrializzate.
Gli effetti disastrosi sul clima sono sotto gli occhi di tutti e noi stessi ne siamo testimoni. Se non interverranno dei correttivi, le emissioni di anidride carbonica, che negli ultimi 10 anni sono aumentate del 20%, produrranno per la Terra un peso insostenibile. La febbre del pianeta pone gli uomini di fronte ad una scelta: continuare a correre verso il disastro o cambiare rotta.

Che cosa può FARE ciascuno di noi?
CONSUMARE MENO partendo da piccoli, ma importanti cambiamenti, nel nostro stile di vita.

Ecco alcuni suggerimenti:

  • Utilizzare lampade a basso consumo energetico.
  • Scegliere l’acquisto di elettrodomestici ad alta efficienza, ovvero di classe A; si risparmia fino al 10% di elettricità.
  • Avviare la lavatrice e la lavastoviglie a pieno carico e a temperature non troppo alte.
  • Non lasciare gli elettrodomestici in stand-bay e spegnere il computer quando non si utilizza.
  • Regolare il termostato del riscaldamento e controllare regolarmente la caldaia per consumare. meno.
  • Scegliere prodotti a basso impatto ambientale riconoscibili da un marchio di garanzia europeo.
  • Scegliere alimenti di stagione e possibilmente di origine locale.
  • Privilegiare i prodotti imballati senza spreco e con materiali riciclabili.
  • Non sprecare l’acqua: chiudi il rubinetto quando ti insaponi o ti lavi i denti.
  • Utilizzare l’automobile solo quando è necessario; usa la bicicletta sapendo che fa bene a te e all’ambiente.
  • Andare alle fonti rinnovabili (Solare termico, fotovoltaico).
  • Impiegare materiali isolanti se si compra o si ristruttura una casa.

[print_link]

0

Mondina

  • MONDINA: località della frazione di Bagnara
    L’origine del nome si può individuare nel termine MONDARE, cioè pulire, diserbare, in riferimento alla bonifica della zona.
  • Via Ponzanis: la tesi corrente è che il nome sia di derivazione latina, esattamente derivante dal nome latino PONTIUS. Esso è comunque l’unico nome di origine romana presente nel territorio di Gruaro.
  • Via Macchiavelli Nicolò (Firenze 3/5/1469 – 22/6/1527): scrittore e politico. Segretario della 2a cancelleria della Repubblica fiorentina (1498/1512), compì numerose missioni diplomatiche in Italia e all’estero. Tornati i Medici a Firenze fu costretto a lasciare la vita politica. Si dedicò pertanto alla stesura delle sue opere maggiori: “Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio”, “Il Principe” e i dialoghi ”Dell’arte della guerra”; in esse è contenuto il suo pensiero politico. Nel “Principe”, per la prima volta si ha la precisa formulazione della necessaria distinzione tra la sfera etica e quella politica. L’opera ebbe un’immensa risonanza e fu messa all’indice nel1559 con l’accusa di empietà ed immoralità. Nel 1520 il cardinale Giulio de’ Medici gli affidò l’incarico di redigere la storia di Firenze; ne nacquero le “Istorie fiorentine” opera in 8 libri, rimasta incompiuta.
    Di valore anche la sua produzione letteraria: commedie come la “Mandragola” e “Clizia” e il poema “L’asino d’oro” testimoniano il vivo interesse di Macchiavelli per le questioni linguistiche e il suo sostegno al fiorentino contemporaneo.
  • Via Guicciardini Francesco (Firenze, 6/3/1483 – Arcetri, 22/5/1540): politico e storico. Ambasciatore della Repubblica fiorentina in Spagna, dopo il ritorno dei Medici a Firenze divenne, per incarico del Papa, governatore (1516/1526) di alcune province dello Stato Pontificio. Divenuto responsabile della politica estera della Curia, ebbe un ruolo di primissimo piano nell’organizzazione della Lega di Cognac (1526) contro Carlo V. Nel 1531 fu al servizio dei Medici. Si ritirò a vita privata nel 1537.
    Il suo pensiero politico e la sua concezione storica sono contenuti principalmente nei “Ricordi” dove traspare il suo scetticismo sulla possibilità dell’uomo di poter intervenire sulla realtà e quindi dell’inutilità di elaborare modelli d’interpretazione globale della stessa.
    In questo senso si opponeva al suo contemporaneo Macchiavelli. La sua opera più significativa resta la “Storia d’Italia” (1537/40) che consta di 20 libri nei quali sono presentati gli avvenimenti intercorsi tra la discesa di Carlo VIII nel 1494 e la morte di Clemente VII 1534. L’opera rappresenta il primo tentativo di tracciare una storia politica di respiro europeo.

[print_link]

0

Voci dal pianeta immigrazione – Storia di Silvia M.S., badante

La storia di questa giovane donna ucraina è simile a quella di tante altre che sono arrivate in Italia spinte dalla necessità perché assediate dalla povertà del loro Paese dopo la fine dell’U.R.S.S. avvenuta in seguito al crollo del muro di Berlino nel 1989. Questo è il racconto che lei stessa fa della sua esperienza.

“Sono giunta qui nel 2001, non avevo ancora 30 anni. Avevo sentito parlare dell’Italia da una mia amica al suo rientro in Ucraina per le ferie estive. Lei mi raccontava che qui si trovava bene e che anch’io avrei potuto fare lo stesso.
Io non avevo però i soldi per il viaggio e così la mia amica si è offerta di aiutarmi. Anche lei lavorava prima come badante e poi come collaboratrice familiare. Il mio ingresso in Italia è avvenuto da turista; arrivai a Salerno, ospite dell’amica per circa un mese. Io non conoscevo l’italiano, né gli Italiani, comunque trovai occupazione come badante di una signora anziana invalida. Sono rimasta con lei 7 mesi fino alla sua morte.

Avevo un cognato a Milano che mi ha dato ospitalità e mi ha trovato un lavoro come badante in un paese in provincia di Pavia.
Il datore di lavoro di Milano mi ha fatto avere il permesso di soggiorno e mi ha regolarizzata. Quando la signora è mancata, sono tornata a casa per due mesi. Volevo tornare a Milano, ma un’altra amica che vive tuttora a Cordovado e ha una casa in affitto, mi ha fatto venire qui. Dopo tre giorni dall’arrivo, mi hanno assunto i sig. Bortolussi per assistere la loro mamma, la signora Maria, con la quale sono rimasta tre mesi fino alla sua fine. Su indicazione della signora Denise ho conosciuto la famiglia Stefanuto e ancora oggi seguo il signor Ferruccio con cui vivo da tre anni.

Qui mi trovo benissimo come mi sono trovata sempre bene con tutte le persone che ho conosciuto. Non ho mai avuto problemi: sono assunta regolarmente e sono sempre stata pagata.
Gli Italiani sono come tutta la gente del mondo: bravi e meno bravi; ho notato una differenza tra quelli del Sud e voi del Nord: i primi sono più estroversi ed allegri, mentre qui la gente è sempre presa dal lavoro.

In Ucraina avevo lasciato la mia famiglia: mio fratello di 28 anni sposato con una bimba, mia madre di 53 anni vedova e mia figlia, dalla quale mi ero separata con tanta sofferenza. Sono venuta qui per poter realizzare un sogno: avere una casa mia perché ora viviamo ancora tutti insieme nella casa della mamma.
Il mio paese è Gagor in provincia di Cernivzi e si trova nel sud dell’Ucraina a 300 Km circa da Odessa.

Lo Stato è povero e la situazione economica è peggiore del tempo in cui eravamo una repubblica russa; i prezzi sono come quelli europei, ma il salario medio è di circa 200 euro mensili. E’ tanto dura! Al tempo della Russia almeno la gente lavorava in fabbrica e si aveva quanto bastava per vivere. Adesso tantissimi giovani vanno all’estero a cercare lavoro.
Da noi ora ci sono tanti ricchi, ma anche tanti poveri che fanno la fame; quando sono tornata in Ucraina questa estate, vicino alla mia casa che sto costruendo con i risparmi del mio lavoro, sono sorte tante ville.
Da dove vengono i soldi?

Le difficoltà economiche spingono molte ragazze verso l’Italia, disposte a tutto pur di guadagnare tanto, magari in breve tempo. Per questo spesso diventano vittime di trafficanti senza scrupoli che le avviano alla prostituzione.
Io sono stata fortunata perché ho trovato sempre persone oneste che mi hanno aiutata.
Devo rinnovare il permesso di soggiorno ogni 2 anni, però nel 2008 potrò ottenere un permesso a tempo indeterminato.

A livello affettivo non ho nessuno; sono ancora provata dal divorzio dal padre di mia figlia Cristina, che sono finalmente riuscita a portare in Italia dopo gli ostacoli impostami dal mio ex marito che, pur vivendo in Russia con una nuova famiglia, non voleva concedermi il permesso a tempo indeterminato.
Mi sono sposata a 21 anni e Cristina è nata subito dopo.
Ora mi sembra di essere in paradiso, perché mia figlia è tranquilla, dopo la lunga separazione e la sofferenza per il divorzio. Qui frequenta la 2° media e mi pare ben inserita nel contesto scolastico.

Ho nostalgia della mia famiglia, soprattutto della mamma che, a 53 anni, si ritrova vedova e che comunque continua a lavorare. Gli uomini spesso sono dediti all’alcool e le donne devono affrontare da sole il peso della sopravvivenza.
Per ora penso di restare qui ancora 5/6 anni perché il mio obiettivo primario è quello di finire la mia casa e di ritornare in Ucraina anche se… non si può mai dire quello che avverrà.”

[print_link]

0

Centro socio-riabilitativo “Amedeo Pellegrini”

Che cos’è il centro socio riabilitativo che ha sede nella ex scuola elementare di Bagnara?
Forse anche altri Gruaresi si sono posti questa domanda, che abbiamo girato alle responsabili del Centro, le signore Michela Corte, responsabile del centro diurno e della comunità, e Rosanna Rubin, Vice-presidente della Cooperativa nonché responsabile gestionale, che gentilmente ci hanno dato le informazioni che riportiamo a seguito.

L’edificio, di proprietà del Comune, è stato ceduto all’A.S.S.L. n° 10 che l’ha ristrutturato per adibirlo a centro di accoglienza per portatori di disabilità.
La stessa ha affidato, con una convenzione, il servizio alla nostra cooperativa “Alba”, che offre le migliori garanzie e affidabilità e che da tempo lavora nel mondo dell’handicap.
Il centro è diventato operativo nel 1999.
Oggi vi lavorano 10 operatori socio-sanitari, 1 accompagnatore, un autista e una signora che si occupa delle pulizie.
Il personale è tutto formato, secondo gli standard regionali, da figure professionali adatte alle esigenze degli assistiti.

Gli ospiti sono disabili che vivono nel territorio e il servizio si articola in due ambiti:

  • Centro diurno
  • Comunità alloggio.

La cooperativa non offre solo assistenza a utenti affetti da disabilità serie, ma svolge anche un’attività educativa organizzando laboratori creativi e un’attività riabilitativa con l’intervento di un fisioterapista; ovviamente le proposte riservano maggior attenzione al percorso più che ai risultati, poiché lo scopo principale è quello di tutelare la persona nella sua interezza.
Il diurno funziona dalle ore 8.30 alle ore 16.30 ed è frequentato da una decina di utenti, per i quali è previsto anche il servizio di trasporto.
La comunità alloggio può ospitare al massimo 8 persone che vivono all’interno della struttura anche di notte e sono seguiti sempre dal personale preposto.

Fra gli obiettivi del servizio di comunità alloggio vi è quello di alleviare le famiglie, con figli o parenti diversamente abili, dal carico assistenziale per brevi o lunghi periodi, concordati con le Assistenti Sociali di riferimento. A tal proposito, si segnala che il centro socio- riabilitativo lavora  in costante collaborazione con l’A.S.S.L. e con le famiglie. Queste ultime in particolare rappresentano dei validi “giudici” e degli  insostituibili consulenti.
L’età media degli utenti è di circa trent’anni; spesso, infatti, è questa l’età in cui la famiglia ha più bisogno dell’appoggio della comunità, perché i genitori sono anziani e non sempre sono in grado di offrire al ragazzo un’assistenza adeguata.

Purtroppo i rapporti con il territorio sono scarsi e si limitano a contatti sporadici; il volontariato  non è sempre disponibile nei giorni feriali, quando la gestione del centro ne trarrebbe  un reale vantaggio.
Infatti anche una semplice uscita con le carrozzine (che al diurno costituiscono circa l’80% dell’utenza) richiede la presenza in servizio di quasi tutti gli operatori, cosa non attuabile poiché gli operatori  lavorano a turno.

Per quanto riguarda il rapporto utenti / operatori, la normativa prevede uno standard 1:2,5: vale la pena sottolineare che il personale messo a disposizione va molto al di sopra di tali standard, per una precisa politica di erogazione del servizio da parte della Cooperativa.
Bisogna comunque sottolineare che per svolgere al meglio questo lavoro, non basta la professionalità, ma sono richieste  una sensibilità e una capacità relazionale notevoli.

La cooperativa Alba inoltre svolge un’opera di sensibilizzazione e penetrazione territoriale, affiancando la propria attività assistenziale e riabilitativa con l’organizzazione della “Rassegna di teatro handicap -L’Alba del  teatro” nell’ambito della stagione teatrale 2006/2007 del Comune di San Stino.
Per chi fosse interessato, domenica 25 Febbraio 2007 ore 17, va in scena “Circle Alba”.

Una nota a parte circa il nome del centro “Amedeo Pellegrini”. A. Pellegrini fu, per moltissimi anni, medico e ufficiale sanitario del Comune di Gruaro; era per tutti un riferimento insostituibile, un professionista competente e disponibile, forse un po’ austero e burbero, ma fidato e amato. Un affetto che è stato ricambiato dal “dottore” che ha lasciato a Gruaro la sua cospicua raccolta di libri, ora conservati nella biblioteca comunale.
Il nome del Centro è quindi un giusto riconoscimento della Comunità all’operato di un medico e di una persona corretta e onesta.

[print_link]

0

Per tutti gli alberi sacrificati per “sicurezza”…

L’olmo caduto

Chiunque avesse abbattuto l’olmo
Non lo aveva tagliato netto,
E sanguinò finché la neve dal cielo
Non sanò la ferita con una placenta d’argento

Il tronco, lucente di smalto di ghiaccio
Bianco venato come teca di cristallo,
Rigido giacque contro la nuova voce
Sibilata tra i denti invernali del vento.

Qualunque mai cosa scaldasse
L’olmo fino alle radici entro il suolo
Pietosa come la primavera
Scaldò il cuore del fusto

Legato al suo ceppo da un lembo
Di legno, quasi cordone d’ombelico,
Simile a madre che nutra il figliolo
Nel suo mondo d’embrione

Finché poté far breccia nel muro,
E s’aprì il varco, quando ogni irto ramo,
Germogli di foglie esplose, in verzura
Dalla coppa dell’olmo caduto.

da L. SALOMON, in “Poesia americana del’900”, Guanda

[print_link]

0

dicembre 2006

I prossimi appuntamenti:

  • 7 gennaio 2007: visita guidata a Padova alla Cappella Ovetari, nell’ambito della mostra dedicata al Mantegna, e alla Cappella degli Scrovegni, affrescata da Giotto.
  • 3 febbraio 2007: presentazione del libro di Cecilia Gentile “Buongiorno Senegal”, Ediciclo Editore, sarà presente l’autrice.
  • 23 febbraio 2007: presentazione del libro di Anna Mazzolini “L’altro Iraq”, Nuova Dimensione, sarà presente l’autrice.

[print_link]

0

…senza sussulti e in modo continuo

Le proposte culturali attuate in questi mesi dalla nostra associazione, hanno registrato un confortante riscontro, valutate le presenze alle nostre iniziative; sappiamo infatti come la parola cultura susciti, a volte, una certa diffidenza.

La serata (17/03/2006), sulla questione israelo-palestinese, ovvero “Gerusalemme tra venti di guerra e sogni di pace” (*) è stata affrontata dal giornalista Luigi Sandri, con competenza ed equilibrio. Il relatore ha inquadrato storicamente il problema palestinese, e attraverso testimonianze dirette, fatti e avvenimenti conosciuti, ha semplificato, senza banalizzare, l’intricata matassa medio-orientale. Sicuramente ha dato ai presenti, molto attenti ed interessati, una chiave di lettura critica offrendo spunti di riflessione diversi dall’informazione ufficiale.

Di altro sapore la serata successiva (24/03/2006) di presentazione del libro “Salam Shalom” ovvero un viaggio in bicicletta da Venezia a Gerusalemme.
L’autore Alberto Fiorin, ha raccontato il viaggio in Terra Santa con la “spedizione ciclistica” “Strade di Pace”. Aiutandosi con foto significative, ci ha trasmesso le emozioni dei magici paesaggi dell’Oriente e gli incontri con le popolazioni a cui è stato portato un messaggio di pace. Rassicurante per gli amanti della bicicletta, l’incoraggiamento che anche i non atleti possono affrontare viaggi di tal fatta.

Un’altra simpatica  serata, riservata a un gruppo di “coraggiosi” ha avuto come oggetto “Un’esperienza di scrittura creativa”, condotta dal prof. Mirco Stefanon.
Il nostro animatore è riuscito a fugare tutte le riserve e i timori dei presenti che si sono lasciati prendere dai giochi linguistici proposti, liberandosi dalle inibizioni legate alla scrittura.

Tre serate (4-11-30 maggio 2006) sono state  dedicate al linguaggio dell’immagine fotografica, condotte dal fotografo e socio Claude Andreini. Il tema non riguardava l’uso dello strumento, bensì la componente retorico-concettuale che sta dietro la foto. Attraverso la lettura di fotografie di vari autori, l’esperto, interagendo con i presenti, ha messo in luce le caratteristiche evidenziate nella parte teorica. Anche se non si è fotografi, conoscendo alcune componenti che stanno alla base di una fotografia, si riesce a valutare con maggiore competenza qualsiasi immagine di cui abitualmente si è fruitori passivi.

In data 12/05/2006, la nostra associazione ha collaborato, con lo “Slow food” di San Vito al Tagliamento, nella realizzazione di un incontro “gastronomico-letterario” nella sede del vecchio Ospedale dei Battuti. Qui è stato proposto come lettura scenica con accompagnamento musicale il  “Ricettario eretico: ricette, consigli, frattaglie ed altre pinzillacchere”, raccolta antologica di brani di poesia e prosa, a cura della prof.ssa Mariella Collovini.
La serata ha avuto una sua degna conclusione con assaggi di prodotti tipici della zona.
E’ intenzione della “Ruota” presentare la serata, con modalità simili, anche a Gruaro.

Il prossimo referendum costituzionale del 25-26 giugno 2006 è stato il motivo che ha spinto l’associazione a dedicare una serata informativa (05/06/2006) sulla modifica apportata alla Parte II della Costituzione con la legge approvata dal Senato il 16 novembre 2005.
Questo, per aiutare i cittadini a votare in modo consapevole, vista la complessità della materia e del quesito e la scarsa informazione data, fino ad ora, dai “mass-media”.

(*) Il tema è trattato nel libro: Città santa e lacerata. Gerusalemme per ebrei, cristiani, musulmani, ed. Monti

[print_link]

Tre serate (4-11-30 maggio 2006) sono state dedicate al linguaggio dell’immagine fotografica, condotte dal fotografo e socio Claude Andreini.

Il tema non riguardava l’uso dello strumento, bensì la componente retorico-concettuale che sta dietro la foto. Attraverso la lettura di fotografie di vari autori, l’esperto, interagendo con i presenti, ha messo in luce le caratteristiche evidenziate nella parte teorica.

Anche se non si è fotografi, conoscendo alcune componenti che stanno alla base di una fotografia, si riesce a valutare con maggiore competenza qualsiasi immagine di cui abitualmente si è fruitori passivi.

In data 12/05/2006, la nostra associazione ha collaborato, con lo “Slow food” di San Vito al Tagliamento, nella realizzazione di un incontro “gastronomico-letterario” nella sede del vecchio Ospedale dei Battuti. Qui è stato proposto come lettura scenica con accompagnamento musicale il “Ricettario eretico: ricette, consigli, frattaglie ed altre pinzillacchere”, raccolta antologica di brani di poesia e prosa, a cura della prof.ssa Mariella Collovini.

La serata ha avuto una sua degna conclusione con assaggi di prodotti tipici della zona.

E’ intenzione della “Ruota” presentare la serata, con modalità simili, anche a Gruaro.

Il prossimo referendum costituzionale del 25-26 giugno 2006 è stato il motivo che ha spinto l’associazione a dedicare una serata informativa (05/06/2006) sulla modifica apportata alla Parte II della Costituzione con la legge approvata dal Senato il 16 novembre 2005.

Questo, per aiutare i cittadini a votare in modo consapevole, vista la complessità della materia e del quesito e la scarsa informazione data, fino ad ora, dai “mass-media”.

0

Immigrazione a Gruaro

Il diagramma rappresenta la popolazione straniera (cittadini non Italiani) residente a Gruaro alla fine del 2005, in base al sesso e allo Stato di provenienza. La facile lettura non richiede commenti sui numeri, ma solo alcune considerazioni.

  • Se si fa riferimento al numero dei Gruaresi (2639) si scopre che la popolazione straniera (94) regolarmente residente nel nostro paese rappresenta il 3% su un numero totale di 2733 abitanti.
  • Anche la nostra piccola comunità è coinvolta dal fenomeno dell’immigrazione anche se non visibilmente percepita dai più.
  • Ciò può aver due spiegazioni: sostanzialmente l’inserimento degli stranieri è avvenuto senza sussulti o/e pregiudizi, o può essere indicativo di una marginalità voluta o subìta dagli immigrati stessi.

Relativamente ai Paesi di provenienza:

  • La Romania occupa il primo posto con 18 presenze, seguita in ordine da Serbia-Montenegro con 11 presenze e da Colombia con 10.
  • Le popolazioni africane, che singolarmente sono di numero contenuto, rappresentano complessivamente 37 unità.
  • Assenti gli Albanesi.

N.B. Sono considerati stranieri tutte le persone che non hanno la cittadinanza italiana e che quindi non godono dei diritti civili, cioè non votano in Italia anche se sono sposate con Italiani.

[print_link]

0

A proposito di immigrazione…

Allo scopo di offrire uno spunto di riflessione su questo tema, segnaliamo una mostra, allestita a Roma, a gennaio,e già proposta a Reggio Emilia, e che molti auspicano diventi stabile, dal titolo  “Solo andata. Un viaggio diverso dagli altri”. Si tratta di una mostra-teatro  per capire l’immigrazione, organizzata da Cies (centro informazione e educazione allo sviluppo), con il contributo dell’ACNUR (Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati), del Comune e della Provincia  di Roma e della Regione Lazio.

E’ uno spettacolo un po’ particolare, dove lo spettatore partecipa attivamente e fa la parte di un immigrato in viaggio verso l’Italia, mentre i veri immigrati fanno la parte di poliziotti, di funzionari delle Istituzioni e scafisti senza scrupoli (fonte: Fondazione Migrantes). “Lo scopo – osserva Walter Veltroni – è di arrivare dove le cronache quotidiane non arrivano, cioè a rendere l’idea di solitudine che c’è dietro la storia di tanti immigrati. E’ quello che è accaduto anche agli italiani che, fino a qualche decennio fa, emigravano in varie parti del mondo”.

E aggiunge poi Laura Boldrini, portavoce dell’ACNUR-UNHCR, “Solo andata vuol essere uno strumento di civiltà e di sensibilizzazione per far capire come i rifugiati e la maggior parte degli immigrati non abbiano scelta, ma siano costretti a lasciare i loro paesi e la loro vita.”

Ad inquadrare meglio il problema immigrazione, può essere utile anche ricordare che, quotidianamente, la Rai, in Pianeta dimenticato (www.pianetadimenticato.rai.it), focalizza la sua e nostra attenzione su un paese o su un problema  del Sud del mondo,da cui provengono buona parte degli immigrati. Interessante ed utile, per allargare il dibattito e riportarlo dentro i limiti della storia e della memoria, risulta anche il saggio di Gian Antonio Stella “L’orda – quando gli albanesi eravamo noi” – BUR, da cui è stata tratta la vignetta riportata qui a lato.

[print_link]

0

Scuola dicendo…

Riceviamo e volentieri pubblichiamo…

Dopo aver letto l’articolo apparso sul vostro giornale sulla Riforma Moratti, vorrei esprimere le sensazioni che sto provando come genitore da quando si è cominciato a parlare di questa riforma. Parto dal presupposto che, per me, la scuola, essendo un diritto di tutti, debba essere pubblica. Solo l’istituzione pubblica, infatti, in un paese democratico, è in grado di garantire le stesse prestazioni a tutti, anche se di razza, ceto, religione o credo politico diverso e di aiutare coloro che vivono una situazione di disagio fisico o psicologico.

Questa Riforma, invece, che sottrae risorse alla scuola pubblica e le trasferisce al privato, sta trasformando la scuola in un’impresa che, come tale, deve seguire le leggi del mercato Soltanto chi è naturalmente dotato o chi ha i soldi per potersi comprare l’istruzione potrà progredire; chi è in una situazione di difficoltà, non essendo un investimento redditizio, resterà un cittadino di serie B. Delle tre “I” tanto decantate dalla riforma -Inglese- Informatica- Impresa- quest’ultima mi sembra l’unica realmente riuscita. Le ore di inglese, nella nostra realtà, sono infatti diminuite rispetto al passato e l’informatica si svolge in laboratori dotati spesso di macchine obsolete o addirittura mancanti.

Ma la cosa che più mi preoccupa è il torpore e la rassegnazione con cui la gente sta vivendo questa situazione, senza rendersi conto che una scuola che si basa solo sul profitto e non ha il tempo e la volontà di formare le coscienze trasforma il popolo in una massa pronta ad applaudire al personaggio che meglio sa proporre la sua immagine e incapace di costruire, con le proprie forze, un futuro migliore. Voglio però sperare che le persone che la pensano come me continuino a far sentire la loro voce e che chi ci governa sappia ascoltare ed agire per garantire un’adeguata crescita culturale alle giovani generazioni, nella consapevolezza che è per il bene di tutti.

E parlando di scuola, vorrei concludere con un ringraziamento ad un giovane professore di lettere che ho avuto la fortuna di incontrare nella mia vita di studente della scuola media, il quale parlandoci dei valori della pace, della fratellanza e della libertà con le parole delle canzoni di Fabrizio De Andrè mi ha insegnato, oltre che all’italiano e al latino, il rispetto per me stessa e per gli altri.

Lorella Venaruzzo

[print_link]