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“La vita di Adele – Capitoli 1 & 2” di Abdellatif Kechiche

Lo scrivo da subito: “La vita di Adele – Capitoli 1 & 2” di Abdellatif Kechiche (liberamente ispirato al romanzo a fumetti “Il blu è un colore caldo” di Julie Maroh) è un film distantissimo dai miei gusti, interessi o idee, ma è un grande film, ed una meritatissima Palma d’Oro al Festival del Cinema di Cannes 2013.

E non lo è tanto per l’ambientazione o la critica alle classi intellettuali e privilegiate di Lille, quanto per l’incredibile capacità che il regista dimostra ancora una volta (vedi L’esquive o La graine et le mulet) nel dirigere i propri interpreti, nello specifico le splendide Léa Seydoux e Adèle Exarchopoulos, che qui gli si concedono totalmente e letteralmente. Questo rapporto di empatia “discendente” (nel senso più etimologico del termine) tra l’autore e le protagoniste, in cui la fortissima personalità del primo va dispiegandosi e confondendosi nelle attrici, produce forse la miglior applicazione del “metodo Stanislavskij” che si sia vista al cinema negli ultimi anni. Vista la profondità e qualità delle loro interpretazioni, mi domando quanto abbiano impiegato le due giovani donne ad “uscire” dai rispettivi personaggi e dalla propria relazione, ma una cosa è certa: se l’egocentrico Kechiche è riuscito a spingerle ad un tale livello di complicità e fiducia, deve essere un fine conoscitore delle dinamiche psicologiche femminili (oppure un sadico despota come accusa la Seydoux…). Proprio in questo risiedono i recenti e tristi dissapori che hanno accompagnato l’uscita internazionale del film.

Venendo all’opera, la storia di Adele cattura non tanto per quel che le accade (banalmente: un amore), quanto per quel che cerca e le viene offerto. E cosa cerca Adele? Cosa le manca? E soprattutto, cosa trova?

Kechiche è molto attento nel definirla: Adele è una liceale immatura ed imperfetta, affine alle proprie coetanee, piena delle contraddizioni, pulsioni e pregiudizi dell’età e del genere; ha un fantastico rapporto con il cibo (quasi feticistiche le continue riprese della sua bocca) e con il proprio corpo ed è in pace con la propria famiglia e la propria classe sociale (lavoratori un po’ petit bourgeois).

Insomma è una di quelle ragazze semplici, perfettamente inserite nella “medietà” scolastica, e sociale, e politica, che non brillano certo per passione o impeto o stimolo intellettuale (però “ti ho inserito nel gruppo delle più carine della classe” le riferisce candidamente una compagna di classe).

Il suo sogno è di fare la maestra, perché “la scuola mi ha dato tanto” e perché ama i bambini.

Poi accade l’irreparabile: la visione, fugace e casuale, di una donna dai capelli blu (“La vie d’Adèle – chapitres 1 et 2 – Le bleu est une couleur chaude” è il titolo originale e completo del film) mette profondamente in discussione le sue certezze ed identità. (1)

A partire da tale visione, e dal successivo incontro con la pittrice Emma, più volte evitato ma pervicacemente cercato, Adele entra in un mondo che non aveva mai conosciuto: dove si discetta di esistenzialismo in Jean-Paul Sartre, delle opere “floreali” di Gustav Klimt o delle pose deformi di Egon Schiele, dove si citano i classici della letteratura e dove è inconcepibile che un talento artistico possa rimanere sprecato. A questo mondo ella si abbandona gioiosamente e placidamente, scoprendo la tenerezza e la delicatezza di un amore puro, e quella passione erotica inebriante e totalizzante che tanto aveva desiderato e sperimentato, con deludenti risultati, in precedenza.

È proprio nelle splendide (anche se molto “montate”) scene di sesso tra Adele ed Emma che il film raggiunge il suo picco sentimentale e narrativo: nelle imperfezioni, nell’ossessiva ricerca e nel naturale intrecciarsi dei loro corpi vi è un che di liberatorio, di pacificatorio e di spirituale; nei loro continui orgasmi una citazione del mito di Tiresia (2), la pura e semplice concretizzazione del desiderio, così distanti dal sesso conturbante e disturbante di un Lars von Trier, ad esempio.

Sarà sempre il sesso, più che le affinità, ad unirle, e via via che la relazione matura e le differenze di classe si acuiscono, passando per esperienze ed incontri non alla portata di Adele, o che per inadeguatezza rifugge, il loro amore diventerà una sorta di àncora a cui aggrapparsi e dedicarsi totalmente.

Quindi Kechiche prima suggerisce, poi evidenzia ed infine declina tutte le difficoltà insite in una relazione non paritaria, mostrando non tanto una banale crisi di amore, quanto una vera e propria apocalisse (anche qui, nel senso più etimologico del termine) sentimentale della propria eroina. Emma esce di scena, per divenire la presenza fantasmagorica di Adele.

L’ultima parte del film non la svelo, essa ricopre un periodo di circa 3 anni, nei quali da ragazza imperfetta Adele si trasforma in donna imperfetta, mantenendo intatto il proprio fascino. Talora un’imperfezione d’animo può contaminare l’intero carattere e nella nuova Adele le stigmate del passato ostacolano la sua realizzazione, che risente dell’incompiutezza di un percorso, quantomeno potenziale, che le era stato offerto.

In tale senso la vicenda si dipana nell’esatto opposto del bildungsroman (3) classico, perché l’autore franco-tunisino non fa sconti alla propria eroina, ma ad Adele ed Emma riserverà ancora una volta uno sguardo delicato con la scena più appassionata e sublime dell’intero film, che ovviamente non posso raccontare.

Infine qualche piccola annotazione tecnica: ottima scelta l’utilizzo della camera a mano e la prossimità ai soggetti, con l’insistenza di primi e primissimi piani (4). Già citate le ossessive inquadrature della bocca di Adele e del cibo in generale (povere ostriche!), altrettanto significative sono le ripetizioni di medesime pose in ambienti e situazioni differenti, a delineare lo scorrere del tempo. Le riprese a scuola e la bellezza degli studenti richiamano invece alla memoria le fantastiche sequenze del già citato L’esquive. In un certo senso si può dire che la scrittura visiva di Kechiche sia più che intima, al limite dell’impudico, quasi pornografica.

La fotografia del fidato Sofian El Fani è molto curata, talora concede qualcosa al formalismo (penso alle scene del parco), ma i corpi e gli amplessi hanno pochi filtri, con tanto di “difetti” e umori e sudori. Ottimo il montaggio: a quanto pare la versione uscita è stata molto rimaneggiata rispetto all’anteprima di Cannes, e si nota l’attenzione riservata al ritmo della pellicola, la cui durata di tre ore non ostacola l’attenzione.

Miglior film del 2013, senza alcun dubbio.

Note:

(1) in questo sono precursori gli iniziali rimandi letterari al libro preferito di Adele: “La vie di Marianne” di Pierre de Marivaux o le passioni sessuali espresse nelle liriche di Francis Ponge, che però la Nostra -distratta- non coglie.

(2) disse Tiresia a Zeus: “il piacere sessuale si compone di dieci parti: l’uomo ne prova solo una e la donna nove”.

(3) romanzo di formazione, ndr.

(4) la pellicola è praticamente priva di campi medi o lunghi: i Maestri Jean-Pierre e Luc Dardenne hanno fatto scuola, e Kechiche ne interpreta peculiarmente la lezione.

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Seminario “La cina è vicina” di Annabella Daneluzzi

N.B. Aggiornamento del 30 novembre 2013:

Come promesso agli astanti di ieri, con la conclusione del seminario e per quanti interessati, allego in calce al presente articolo le dispense di tutte e quattro le lezioni, che saranno disponibili in download libero fino alla fine dell’anno (dopodichè, solo per i nostri utenti registrati), quindi approfittatene!


Salve a tutti!

A novembre siamo orgogliosi di organizzare qualcosa di particolare: un seminario divulgativo sulla Repubblica Popolare Cinese, a cura della dott.ssa Annabella Daneluzzi.

Annabella si è laureata in Cinese nel 1997 all’Università di Cà Foscari e dal 2006 tiene dei corsi di Storia e Cultura della Cina presso l’UTE di San Vito al Tagliamento. Si occupa di turismo.

L’importanza del “Dragone d’Oriente” nel nostro mondo è ormai conclamata, almeno da un punto di vista economico; invece l’importanza culturale che ha riservato, e verrà a riservare, nel mondo di domani, rimane spesso oscura a molti occidentali. Per questo abbiamo deciso di farcelo spiegare da una sinologa. Forse scopriremo come il grande popolo cinese, nella sua vastità ed eterogeneità e con le inevitabili approssimazioni, sia nel contempo vicino e lontano alle nostre abitudini quotidiane.

Gli argomenti che verranno affrontati nelle varie serate, sono i seguenti:

  1. venerdì 8 novembre 2013: I cinesi in Italia: chi sono, come vivono, cosa sognano?
  2. venerdì 15 novembre 2013: L’eredità di Mao: la società cinese e le sfide per il futuro.
  3. venerdì 22 novembre 2013: Come si formano i cinesi di domani? I mass media e la dissidenza.
  4. venerdì 29 novembre 2013: Socialismo di mercato e integrazione globale.

si terranno come sempre presso la Villa Ronzani di Giai di Gruaro, e saranno accompagnati da filmati.

Ovviamente la relatrice non mancherà di soddisfare eventuali curiosità.

Allego la locandina dell’evento e vi invito a segnalare l’evento.

  'La Cina è vicina', di Annabella Daneluzzi (555,2 KiB, 45 download)
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Di seguito le dispense delle lezioni:

  'La Cina è vicina', dispensa della 1a serata (526,7 KiB, 27 download)
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  'La Cina è vicina', dispensa della 2a serata (877,0 KiB, 12 download)
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  'La Cina è vicina', dispensa della 3a serata (1,4 MiB, 11 download)
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  'La Cina è vicina', dispensa della 4a serata (252,6 KiB, 11 download)
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Presentazione del libro “No Disc” di Maja Daneluzzi

Salve a tutti!

18-10-2013_copertina_No Disc_smallVenerdì 18 ottobre 2013 alle ore 20:45, presso la Villa Ronzani di Giai di Gruaro, siamo lieti di ospitare la nostra concittadina Maja Daneluzzi, per la presentazione del suo primo romanzo: “No Disc”, Edizioni Arpeggio Libero.

La scheda del libro dal sito dell’editore:

“Stefano, ingegnere informatico che vive a New York, è costretto a un improvviso rientro in Italia per assistere al funerale di un’amica di infanzia che si è suicidata.
La ragazza, ha voluto essere sepolta in un paesino dove trascorreva le vacanze estive in compagnia degli amici d’infanzia, ma non ha lasciato alcuno scritto per gli amici stessi.
Stefano non è convinto di tutto ciò e si lancia in una personalissima inchiesta per cercare di scoprire qualcosa di più sui motivi che hanno spinto Eva a quell’ultimo disperato gesto.
Non tutto è chiaro come sembra…
*    *    *
Le posizioni surreali che assumiamo nel tentativo di dormire stimolano, non appena ci slacciamo dalla realtà, la produzione di sogni imbevuti di assurdità rendendo il ritorno nel mondo ben poco rilassante.
«Hey, you! Where are you going?»
Me l’avrà ripetuta dieci volte, ormai. Apro gli occhi con fatica, rubando alla fonte del mio disturbo solo qualche secondo per pensare se ho davvero voglia di farne la conoscenza. Ad un centimetro dal mio naso un bambino formato Mc Donald’s mi guarda incuriosito e ripete più volte la domanda che pare stargli a cuore, piantandomi addosso i suoi occhi scuri come picchetti nel cuore di un vampiro. Impiego un po’ a tornare al mondo e a tracciare il disegno in cui la realtà mi aveva inserito, dolcemente, con un calcio nel culo.

La serata sarà introdotta dal sig. Dario Bigattin e curata dal prof. Carlo Pietro Begotti, che intervisterà l’autrice, per poi dare libero spazio alle domande e curiosità del pubblico.

Al termine verrà allestito un piccolo rinfresco, unitamente alla possibilità di acquistare alcune copie del libro.

Allego la locandina dell’evento e invito come sempre a segnalare la serata.

  presentazione 'No Disc' di Maja Daneluzzi (275,0 KiB, 10 download)
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“Quelli della puntura”: la strage di Gruaro del 1933

aggiornamento di jetto del 17/12/2013: di seguito altri articoli sull’argomento:


aggiornamento di jetto del 4/12/2013: di seguito gli articoli sull’argomento usciti su “Il Gazzettino”:


Riceviamo e volentieri pubblichiamo la lettera del signor Gasparotto Adamo che chiede la nostra collaborazione per approfondire e ricordare un episodio doloroso accaduto nel 1933 che lo ha visto, suo malgrado protagonista, e che ha segnato la vita di tante famiglie della nostra comunità (per le informazioni ulteriori rinviamo agli allegati prodotti dal signor Adamo).

Spett/Ass. La Ruota di Gruaro, sono Adamo Gasparotto, nato il 5 marzo 1928 a Pradipozzo di Portogruaro, (…) mio padre Pietro, essendo il più giovane di non so quanti fratelli, ebbe tutta una storia di emigrazione, e di conseguenza i suoi figli (…) sono sparsi da Monfalcone a Vicenza. Noi abbiamo abitato alla Mondina (Gruaro) dal 1929 al 1938, anno in cui siamo andati in Libia, a Homs, nella concessione agricola “Valdagno” del conte Gaetano Marzotto. Poi le vicissitudini della guerra ci hanno portati ad essere profughi nella sua tenuta a Villanova di Fossalta di Portogruaro. Poi i lavori e i mestieri imparati hanno fatto il resto. Ogni tanto, ora che sono pensionato, quando un argomento mi stuzzica, scrivo ai giornali.(…)

Il mio cruccio, attualmente, (…) è quello di sapere qualcosa in più, essendo io forse l’ultimo superstite, su “quelli della puntura” (vaccinazione obbligatoria antidifterica somministrata, in via sperimentale (?), ai bambini del Comune di Gruaro con esiti tragici per molti di loro, n.d.r.) … mi interesserebbe rintracciare altri superstiti. Voi mi potete aiutare? Quando nel 2008 è uscita la mia testimonianza, che vi invio, una signora di S. Stefano di Cadore mi ha scritto che sua madre classe 1911, che era di Bagnara, aveva avuto 2 fratelli morti per quel tragico fatto e una sorella era rimasta invalida. Vi mando la lettera inviata al Sindaco perché desidero che di quella storia, chiamiamola pure vigliaccata, venga informata più gente possibile. Come si fa a destinare i bambini di due poveri paesi a fare da cavie umane? Forse solo i tedeschi riuscirono a fare di più! Vi mando anche la ricerca di Gianni Strasiotto … che mi ha dato la possibilità di conoscere la verità sulla strage di Gruaro (…). Spero che vogliate darmi una mano a chiedere giustizia per quelle povere creature.

Distinti saluti
Adamo Gasparotto

  Lettera aperta al Sindaco di Gruaro (281,3 KiB, 3.866 download)

  La strage di Gruaro del 1933, Il Gazzettino (198,3 KiB, 1.360 download)

  estratto da 'Gruaro, venti secoli di storia': la strage del 1933 (489,3 KiB, 2.772 download)

-articolo di Gianni Strasiotto-

postilla di jetto: di seguito l’elenco delle vittime.

Gruaro:
1. Barbui Erminio – n.23-12-1929 m.13-5-1933
2. Basso Maria – n.22-2-1932 – m.29-4-1933
3. Biason Placida – n.19-3-1931 – m.4-5-1933
4. Bonan Luigi – n.26-6-1927 – m.3-5-1933
5. Bravo Giovanni – n.11-1-1932 – m.28-4-1933
6. Colautti Giuseppe – n.28-12-1929 – m.28-4-1933
7. Falcomer Evelina – n.23-8-1931 – m.25-4-1933
8. Innocente Celso – n.21-10-1931 – m.2-5-1933
9. Moro Antonietta – n.17-1-1929 – m.6-5-1933
10. Nosella Iole – n.16-9-1931 – m.4-5-1933
11. Peresson Plinio – n.12-5-1931 – m.24-4-1933
12. Toffoli Iole – n.4-12-1930 – m.9-5-1933
13. Stefanuto Luciano – n.8-1-1932 – m.28-4-1933
14. Stefanuto Imelda – n.19-5-1929 – m.11-5-1933
15. Toneatti Florida – n.11-7-1927 – m.8-5-1933
16. Toneatti Sira – n.14-2-1931 – m.1-5-1933
17. Zambon Caterina – n.12-12-1930 – m.15-5-1933
18. Zanon Celia – n.23-3-1927 – m.16-5-1933

Bagnara:
19. Paschetto Bruno – n.20-2-1928 – m.6-5-1933
20. Paschetto Plinio – n.11-7-1931 – m.26-4-1933
21. Romanin Edda – n.27-6-1931 – m.27-4-1933
22. Romanin Sante – n.31-3-1930 – m.9-5-1933
23. Orlando Maria – n.10-3-1929 – m.9-5-1933
24. Dreon Giovanni Battista – n.25-6-1929 – m.8-5-1933
25. Zanin Mario Secondo – n.24-3-1931 – m.30-4-1933
26. Biasio Renato – n.3-4-1931 – m.26-4-1933

postilla di jetto del 18/10/2013: raffronto dell’elenco con il libro di Ariego Rizzetto “Gruaro – venti secoli di storia”.

Sepoltura ignota:
27. Bortolussi Mirella (7 anni)
28. Marson Maria (2 anni)
29. Zanin Maria (2 anni) ?

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“La parabola del consumismo”, incontro con Mirco Rossi

Salve a tutti, e ben ritrovati.

Siamo lieti di riprendere l’attività autunnale con il ritorno a Gruaro del nostro amico Mirco Rossi, che ci presenterà il suo nuovo libro: “La parabola del consumismo. Memorie di un ragazzo al tempo della sobrietà.”

Dalla scheda dell’autore:

locandina_parabola-consumismoIn Italia la maggior parte della popolazione appartiene a due generazioni che, a partire dagli anni del “miracolo economico”, hanno conosciuto e partecipato a una fase di crescita eccezionale. Nella storia umana mai in precedenza era stato possibile disporre di risorse in quantità e qualità così straordinarie. (…)
Un tempo la trasmissione del vissuto delle generazioni precedenti avveniva principalmente all’interno della struttura familiare. Durante gli ultimi quarant’anni la famiglia è esplosa cancellando la possibilità del rapporto quotidiano tra generazioni lontane, vero e proprio canale naturale di collegamento tra culture. (…)
Con un racconto punteggiato di spunti autobiografici della mia prima infanzia, il libro offre un panorama di esperienze e di valori da riconsiderare e da “riciclare” nell’oggi. Dove potrebbero costituire elementi essenziali di nuove ipotesi di organizzazione sociale e produttiva. (…)
Sobrietà e consumismo sono antitetici, incompatibili. Il secondo è uno stile di vita che, al di là di scelte di natura ideale, dovrà essere necessariamente abbandonato perché non sostenibile da punto di vista energetico e ambientale. Ritornare alla sobrietà potrebbe non bastare, ma rappresenta la giusta direzione verso cui muovere.
Questo scenario in molti suscita atteggiamenti di rifiuto e di paura, sia razionali che irrazionali. La realtà però non cambia ignorandola. Per questo motivo dimostrare che sobrietà non è sinonimo di povertà e di indigenza ma un valore da riconquistare è lo scopo centrale del libro.

Mirco Rossi, studioso veneziano, esperto divulgatore in problemi energetici, socio di ASPO Italia, (sezione italiana di ASPO International, The Association for the Study of Peak Oil) e membro del Comitato Scientifico della rivista Ambiente-Risorse-Salute edita a Padova dal Centro Studi l’Uomo e l’Ambiente. Svolge da molti anni un’intensa attività di divulgazione in ambito scolastico e sul territorio nel centro-nord Italia.

Lo ospiteremo venerdì 27 settembre 2013 alle ore 20.45, presso la Villa Ronzani di Giai di Gruaro.

Allego la locandina dell’evento e vi invito come sempre a segnalare la serata. Vi attendiamo numerosi!

-Comunicato Stampa dell’Editore-

  'La parabola del consumismo' di Mirco Rossi (385,2 KiB, 27 download)
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20 anni de L’Arca 93 con il convegno: “La persona con disabilità (…)”

Riceviamo e volentieri segnaliamo…

L’associazione di volontariato “L’ARCA 93” ONLUS, in occasione del ventennale dalla sua fondazione, è lieta di invitarvi sabato 8 giugno 2013 alle ore 17.00 presso l’Istituto Vescovile G. Marconi – Sala delle Colonne in Via Seminario, 34, Portogruaro (VE) al convegno:

arca93_20anni_poster_small“La persona con disabilità: quale rete di sostegno per la sua partecipazione”.

Programma:

– Presentazione e saluto delle autorità.

– Samuele Barbui – presidente dell’associazione di volontariato “L’Arca 93” onlus: “Arca 93: 20 anni di cammino insieme”.

– Vladimir Kosic – persona disabile da 49 anni: “L’importanza della rete di sostegno in risposta ai bisogni della persona con disabilità e per la sua partecipazione sociale”.

– Testimonianze di persone con disabilità, familiari e volontari dell’associazione, rappresentanti di altre associazioni attive nel territorio.

– Dibattito.

Modera – Elisabetta Lazzaro

Segreteria organizzativa – Martina Simon, per informazioni: 346 9721038

  Convegno de 'L'Arca 93' al collegio Marconi (430,5 KiB, 767 download)

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Visita guidata alla mostra “Il cammino di Pietro”, Illegio

Come pubblicato sulla nostra pagina facebook, segnalo a tutti i potenziali interessati che stiamo organizzando per domenica 23 giugno 2013 una visita guidata alla mostra “Il cammino di Pietro”, a Illegio, Tolmezzo.

Dal comunicato stampa del Comitato San Floriano:

guercino_le-lacrime-di-pietro-1650-circaVoluta dal Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione – responsabile degli eventi dell’Anno della Fede -, la mostra “Il Cammino di Pietro”, curata dal Comitato di San Floriano, giunge a Illegio dopo essere stata proposta a Castel Sant’Angelo a Roma.
La mostra, rispetto alla versione esposta a Roma, si arricchisce di 14 opere nuove, ben più di quelle inizialmente disponibili per il prolungamento friulano dell’esposizione.
Quaranta opere, da Oriente e Occidente, che percorrono la storia della cristianità dal IV fino al XX secolo: dipinti e sculture di artisti d’eccezione quali Lorenzo Veneziano, Benvenuto Tisi detto il Garofalo, Gerrit van Honthorst, il Guercino, Simon Vouet, Battista Caracciolo, Dirk Van Baburen, Mattia Preti, Vasilij Dmitrievic Polenov, Eugéne Burnand. Tra le opere in esposizione, diversi inediti che saranno di particolare interesse per gli storici dell’arte.
Dal punto di vista strettamente artistico, la mostra si pone l’obiettivo di confrontare le principali iconografie della figura di Pietro, nell’accostamento di stili, scuole e autori provenienti da tutta Europa, raccontando l’evoluzione dei linguaggi artistici e simbolici dedicati alla narrazione agiografica esemplare della fede del principe degli Apostoli. Opere che catturano il visitatore e lo rendono protagonista insieme all’apostolo Pietro del suo percorso interiore.

Dopo la mostra ci recheremo a Osoppo, per una visita alla Fortezza e ai camminamenti.

Il prezzo è contenuto (comprende autobus e visite guidate, partenza ore 8:00 da Piazza San Giusto a Gruaro, pranzo incluso ma opzionale).

Per ulteriori informazioni o per aderire, entro il 9 giugno 2013, potete commentare di seguito, contattarci, inviare un’e-mail a mavi2219[at]libero.it o a joyofliving[at]libero.it o telefonare a Luisella al 368 3599006 o a Gioia al 347 8832885.

Il sito della mostra: http://www.illegio.it/

Aderite numerosi!

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Presentazione del libro “Pedalando con gli dei” di Paolo Venti

Venerdì 10 maggio 2013 alle ore 20:45, presso la Villa Ronzani di Giai di Gruaro, il prof. Paolo Venti verrà a raccontarci il suo avventuroso viaggio in bicicletta verso la Grecia, presentandoci il volume: “Pedalando con gli dei. Viaggio in bicicletta dal Nordest alla Grecia inseguito dalle ire di Poseidone”, ediciclo editore.

La scheda del libro dal sito dell’editore:

10-05-2013_locandina_pedalando-con-gli-dei_cover

La meta è Atene, là dove si addensa quel retaggio di cultura e di mito che ha fatto noi Occidentali, e più dentro ancora nel mito la destinazione è Maratona, là dove duemilacinquecento anni fa si è decisa la nostra
differenza dagli altri. Per arrivarci devi costeggiare quell’Adriatico che è così vicino all’Italia ma che per tanti versi è altro mondo.
Curiosa ambivalenza per cui il mare unisce ma al di là continua a esserci deserto, guerra, strade bianche e rocce calcinate. La guerra dei Balcani non è così lontana e se guardi bene una terra ne trovi ovunque. E poi c’è l’Albania, che è Occidente ma è ancora percepita dai più come pericolosa, arretrata, fuori dal tempo, decisamente ignota. È questa idea che ha fatto partire Paolo Venti, l’idea di arrivare alla patria sognata della classicità attraversando la barbarie moderna o quella che spesso viene identificata come tale. Per poi scoprire che avvicinandosi alle cose le differenze sfumano, senza bisogno di retorica o buonismo. La bicicletta obbliga a stare accanto alla gente, soprattutto se si viaggia con una tendina da quattro soldi, se si dorme negli orti o in qualche stradina poco frequentata, se sudati di pedali si incontra gente sudata di lavoro e si finisce a bere birra come se ci si conoscesse da sempre. Senza sapere una parola della loro lingua, con la sensazione di avere così tanto in comune da potersi capire bene a gesti e pacche sulle spalle. Viaggiare così è girare nel tempo, dalla Tirana di Hoxha all’Atene di Pericle, dall’Itaca di Ulisse al ponte di Mostar bombardato e ricostruito.

Allego la locandina dell’evento e vi invito come sempre a segnalare la serata.

  'Pedalando con gli dei' di Paolo Venti (468,4 KiB, 18 download)
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Mostra personale di Infantíno, 3-31 maggio 2013, Portogruaro

Volentieri segnaliamo la personale del nostro sodale Infantíno.

Personale Infantino Portogruaro

Autodidatta, Infantíno da tempo coltiva – seppure saltuariamente – il piacere del dipingere, nella consapevolezza però di non avere nulla della figura eccentrica dell’artista, incoraggiato comunque dal sostegno di amici e sodali, estimatori della sua sporadica produzione.

Si presenta ancora una volta “Ai Portici” con una serie di acquarelli per l’affettuosa pressione dei suoi quattro estimatori.

La sua visione tradizionale dell’arte è radicata nell’antica idea italiana della solidità originaria delle cose visibili e ruota intorno al concetto che nel loro muto e solenne rapporto con l’uomo, che ci sta di fronte, sia racchiusa una realtà altra, seconda.

L’occhio umano si accentra sulla tacita vita delle cose, dei paesaggi o delle figure e vi si immerge incondizionato in un silenzio senza inquietudine.

per arrivare: http://www.aiportici.net/info.htm

  Personale Infantíno 'Ai Portici', Portogruaro (912,3 KiB, 445 download)

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“Prati di pianura” di Corinna Marcolin e Michele Zanetti

Salve a tutti!

Venerdì 19 aprile 2013 alle ore 20:45, presso la Villa Ronzani di Giai di Gruaro, i nostri amici Corinna Marcolin e Michele Zanetti presenteranno il loro volume: “Prati di pianura. Aspetti paesaggistici, naturalistici ed ecologici”, ed. nuovadimensione.

dal comunicato stampa dell’Associazione Naturalistica Sandonatese:

copertina 'Prati di pianura'

Se volessimo stilare un elenco degli habitat della pianura umanizzata, che risultano minacciati dall’opera di semplificazione dell’uomo, dovremmo cominciare dai prati.
Mai come in questa fase storica, infatti, i prati di pianura del Veneto sono stati a rischio di scomparsa. E’ un po’ quanto accadeva per i boschi circa due decenni or sono; in quel caso però l’intervento della CEE a sostegno dei rimboschimenti ha prodotto risultati di grande rilievo. Per i prati, invece, le cose stanno in termini assai diversi. La loro importanza, peraltro, non viene colta dai più; il loro interesse paesaggistico risulta assai meno evidente e quanto all’interesse economico legato alla zootecnia domestica, esso risulta estinto da alcuni decenni.
A ben vedere i soli prati che interessano la nostra società sono quelli dei campi da calcio (in grado persino di influenzare la politica nazionale!) e i prati all’inglese: ovvero le espressioni in assoluto più banali e povere degli stessi prati.
Quelle citate sono alcune delle ragioni che hanno indotto i due autori del volume (…) ad occuparsene. A documentare cioè i caratteri botanici, faunistici, ecologici, nonché il pregio paesaggistico, delle residue praterie di pianura. A parlare della loro importanza come habitat ospite di una biodiversità preziosa. Ma a parlare, al tempo stesso, della bellezza, intesa appunto come complessità ed armonia naturalistica che il prato esprime, ad esempio, nel momento della fioritura.

Allego la locandina dell’evento e vi invito a segnalare la serata.

  'Prati di pianura', di Corinna Marcolin e Michele Zanetti (516,2 KiB, 18 download)
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