archivio articoli
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Ritocchi al sito

Salve a tutti, solo per comunicare che ho effettuato le seguenti modifiche:

  1. spostato esternamente la galleria (www.gallery.laruotagruaro.it);
  2. creato la nostra pagina facebook;
  3. aggiunto funzionalità facebook alla pagina principale e articoli;
  4. aggiunto atto costitutivo e statuto (agg. del 13 marzo).

Riporto inoltre di seguito quanto già postato sulla bacheca della nostra pagina facebook:

La Ruota cerca foto!

Cerchiamo foto!
Ebbene sì, se siete in possesso di fotografie che riguardano le nostre attività, oppure se conoscete qualcuno che ha fatto delle fotografie durante le nostre iniziative, contattateci od iscrivetevi al nostro forum www.forum.laruotagruaro.it e fateci sapere! Grazie a tutti!

Cerchiamo foto!
Ebbene sì, se siete in possesso di fotografie che riguardano le nostre attività od iniziative, oppure se conoscete qualcuno che ha fatto delle fotografie durate le nostre iniziative, contattateci a: info@laruotagruaro.it od iscrivetevi al nostro forum www.forum.laruotagruaro.it e fateci sapere! Grazie a tuttiCerchiamo foto!
Ebbene sì, se siete in possesso di fotografie che riguardano le nostre attività od iniziative, oppure se conoscete qualcuno che ha fatto delle fotografie durate le nostre iniziative, contattateci a: info@laruotagruaro.it od iscrivetevi al nostro forum www.forum.laruotagruaro.it e fateci sapere! Grazie a tutti!!
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Cena sociale de La Ruota, venerdì 18 marzo 2011!

Salve a tutti!

Comunico che venerdì 18 marzo 2011 alle ore 20:00 si terrà l’annuale cena sociale della nostra associazione, presso l’ormai abituale agriturismo “Ca’ dei Molini” di Boldara.

Coloro che volessero sostenerci o tesserarsi alla nostra associazione, o semplicemente incontrarci, possono dare la propria adesione commentando in calce l’articolo.

Per ulteriore dettagli ed informazioni potete contattare Luisella Danelon: cell. 368 3599006

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A proposito de “La versione di Barney” di Mordecai Richler

Chi non ama l’umorismo ebraico non deve leggere questo libro!
E nemmeno chi si stanca o si perde nelle divagazioni narrative, nei salti dei piani temporali o spaziali, nelle funambolerie apparentemente illogiche dei livelli storici.
Ma neanche coloro che non accettano uno stile espressivo spesso volgare, offensivo, irriverente e sempre, assolutamente, totalmente politicamente scorretto!
Ecco, per tutti costoro – sono avvisati – La versione di Barney è lettura decisamente vietata!
A tutti gli altri il libro è permesso, anzi vivamente consigliato.

Barney Panofsky, alcolizzato produttore televisivo franco-canadese, ebreo, ormai quasi in bolletta, è un personaggio che prende il lettore a sberle in faccia (sberle yiddish, naturalmente) e lo fa attraverso il racconto della sua mirabolante picaresca esistenza, alternando flashback a momenti di contemporaneità vissuta ( vedi la descrizione dei disturbi alla prostata che funziona male quanto la sua memoria) profondamenti amari.
La sua è una specie di arringa difensiva, presentata sotto forma di confusa, spesso sconclusionata, sempre sarcastica biografia, per difendersi da un’accusa di omicidio – da cui per altro è già stato assolto per mancanza di prove – rivoltagli da un suo vecchio conoscente.
Nel racconto, tutto si mescola, si avvita, esplode tra i membri dell’intelligentia parigina, in mezzo ai quali gli è capitato di vivere negli anni del dopoguerra, su cui l’occhio e soprattutto l’affilata e bisbetica lingua di Panofsky si lanciano con dissacrante cinismo, svelando i fariseismi sia di una certa borghesia intellettuale sia dei sostenitori americani ed europei dello stato di Israele.
E tra tutti questi apparenti sproloqui, accuse, insulti, autogiustificazioni e invettive, scorrono anche le storie d’amore, anzi l’unica vera storia d’amore della vita di Barney: quella con Myriam, la terza moglie da cui ha avuto tre figli ed è divorziato, l’unica donna per lui degna di questo nome, nonostante i continui, sarcastici e impudenti distinguo.

C’è da aggiungere altro?
L’umorismo anarchico, sfrontato, irriverente, yiddish di M.Richler non potrà non affascinare un lettore acuto e spiritoso, che alla fine del libro scoprirà, perfino, di amarlo.

E’ augurabile che il film, tratto dal romanzo, riesca nello stesso intento.

links:

anobii

wiki

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TAV (VE-TS): soluzione o problema?

Il titolo dell’articolo è tratto dal tema del convegno svoltosi a San Donà di Piave nel dicembre 2010, con la partecipazione di docenti universitari e di tecnici di livello regionale e nazionale. Se la Ferrovia ad Alta Velocità sia infatti una soluzione o un problema è un quesito a dir poco affascinante, anche se assai poco coinvolgente; almeno a giudicare dal livello d’attenzione sino ad ora suscitato nei cittadini del Veneto Orientale.

Per capire se lo stesso quesito sia o meno ozioso (oltre che affascinante) si propone di partire dalla “soluzione” che la stessa TAV andrebbe a rappresentare. Già, soluzione; ma soluzione a che cosa? Non esiste, nel Veneto e nel Friuli (stiamo parlando della tratta Venezia-Trieste) una “emergenza trasporti ferroviari”. Nel senso che, se è vero che i treni italiani sono indecenti e in perenne ritardo, è altrettanto vero che la linea a due binari esistente è sfruttata appena al 70 % della propria capacità. Si potrà obbiettare, a questo punto, che non esiste neppure un’emergenza abitativa o di capienza balneare, eppure si continua a costruire allegramente consumando territorio a ritmi impressionanti.

Qualcuno, disinformato e in vena di facezie come l’Assessore regionale alle infrastrutture Chisso, ha quindi sostenuto che la TAV avrebbe potuto smaltire parte del traffico merci attualmente su gomma. Peccato che gli esperti dello stesso Ministero sostengano che le merci non possono viaggiare sugli stessi binari dell’Alta Velocità; non solo, ma che le sole merci che attualmente conviene trasportare in ferrovia e su lunghe tratte, sono quelle povere (materie prime quali carbone, sabbia, legnami, ecc.): giusto quelle di cui l’Italia non dispone.
Come se non bastasse tutto questo è stata appena avviata la realizzazione della terza corsia autostradale, fortemente voluta dalla Regione Friuli (che detiene l’80% delle azioni di Venetostrade e che dal traffico autostradale trae un utile annuo che si aggira intorno ai 20-25 milioni di euro) e dalla Regione Veneto. Si potenzia cioè il traffico su gomma (che è in buona parte di puro attraversamento) e si dice, contestualmente, di volerlo trasferire in parte sull’Alta Velocità.

Ecco allora che l’espressione “soluzione”, riferita alla TAV, assume un significato diverso. Soluzione la TAV lo è per l’apertura di cantieri, ovvero per la movimentazione di montagne di denaro a beneficio dei soliti, noti e ignoti. E poco importa se la criminalità organizzata si inserisce nel colossale affare (che per i cittadini oltretutto è soltanto fonte di un maggiore debito pubblico): l’importante è che il denaro possa circolare (con buona pace del ministro leghista Maroni che si offende quando Saviano dice che la Mafia e la Camorra fanno affari al nord, dove la Lega comanda).
Fin qui l’asserita soluzione, trascurando volutamente le facezie della presidente della Provincia di Venezia Zaccariotto, che in una intervista televisiva ha avuto il coraggio di affermare che la TAV “avrebbe potuto determinare benefici al traffico balneare” (!).

Veniamo ora al problema; perché se non è soluzione, problema la TAV lo è eccome.
Si tratta invero di un problema articolato e di drammatiche dimensioni; ovviamente non percepito o soltanto in minima parte dai cittadini, che sono stati tenuti accuratamente all’oscuro di tutto questo, sia dalle istituzioni locali che dai partiti, ovvero dagli stessi che dovrebbero garantire la democrazia.

Il problema principale è costituito dalla devastazione territoriale. Dalla distruzione irreversibile della sola, vera risorsa che questa società lascerà in eredità al futuro e che appare ancora costituita dall’ambiente, dal territorio, dalla naturalità residua e dal paesaggio.
Qualcuno ha sostenuto (non manca mai il Vauro di turno, ovvero il cittadino in vena di facezie) che con qualche barriera arborea si risolve il problema estetico. Noi siamo di diverso avviso, perché un viadotto di altezza oscillante fra i tre e i dieci metri attraverso le campagne di Altino, Cà Tron, Marteggia, Millepertiche, Caposile, Palazzetto, Stretti, Busatonda, Sant’Elena, San Stino, Lison, ecc. ecc. andrà a determinare un impatto devastante e irreversibile. Uno sfregio destinato a durare per l’eternità (quella degli uomini, ovviamente) e a cambiare la vita e la percezione del proprio ambiente a migliaia e migliaia di cittadini. Come a dire che Attila, al confronto, era un alunno del collegio delle Suore, un bimbetto innocente, essendo che gli effetti delle sue terribili scorribande si cancellavano nel volgere di uno, due decenni.

Ci sono poi i problemi idrogeologici, ovvero quelli legati alla capacità portante di terreni imbevuti d’acqua perché di bonifica; o, ancora peggio, quelli dovuti ai passaggi sotterranei (vedi Mestre-Marghera-Tessera), con l’interruzione del deflusso di falda che sorregge i territori lagunari e litoranei.
Ci sono i problemi connessi con l’apertura di cantieri destinati a durare una generazione (un quarto di secolo appena!). Cantieri che andranno a significare nuove strade, migliaia di automezzi in transito, nuove cave e i bambini che cresceranno avendo la percezione di essere nati in un gigantesco cantiere, anziché nella leggendaria “Venezia Orientale”, tanto declamata quanto vituperata.

Infine, ma non certo da ultimo, nella scala attuale di valori della politica locale e nazionale, il problema economico. Problema che può essere tradotto in sintesi in un quesito: chi pagherà la TAV?

Bella domanda; anche questa estremamente suggestiva, perché la risposta è: non saranno l’assessore Chisso e il presidente Zaia a pagare, ma saremo noi. Saranno i cittadini, saranno cioè proprio coloro che la TAV la vedranno passare e basta e che a Kiev non andranno mai (a Kiev sembra non ci sia una grande domanda di badanti e quanto al turismo, langue).

A questo punto riteniamo che il quadro, anzi l’affresco (perché questo è il paese di Michelangelo e noi, nonostante tutto, siamo i suoi discendenti) sia abbastanza dettagliato. Questo significa, concludendo, che chi ha occhi per vedere, sensibilità per percepire e cultura per capire, potrà farsi un’idea della TAV. Un’idea che non significa “l’altra TAV”, ovvero una soluzione meno impattante, che esiste soltanto nella fantasia di qualcuno; ma che significa che il solo tracciato possibile della TAV è quello che non esiste.

Riferimenti:

Wikipedia

Ferrovie a nordest

Comitato NO TAV Venezia Trieste

Movimento 5 Stelle Basso Piave

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Mostra Brunello il 12-13 febbraio 2011 a Portogruaro

RIZOO Group in collaborazione con l’Associazione Officine Duende

è lieta di invitare la S.V.

all’inaugurazione del primo evento artistico Pop up
che si aprirà con la mostra fotografica

“Gli occhi di Chiara”

di Valentina Brunello

L’inaugurazione si terrà sabato 12 febbraio 2011 alle ore 11:00
presso il Centro RUA in Via Filzi n°5 (laterale di Viale Venezia) a Portogruaro (Ve)

Letture e musiche a cura di Officine Duende

La mostra sarà visitabile:
sabato 12 febbraio dalle 11.00 alle 19.00 e
domenica 13 febbraio dalle 10.00 alle 19.00

Info:
http://www.rizoo.it/
http://www.valentinabrunello.eu/
http://centrorua.blogspot.com/

RIZOO è un’associazione culturale, formata da professionisti in diversi settori, dall’architettura, all’arte, alla comunicazione, che ha l’intento di ridiscutere l’attuale panorama artistico – culturale. L’associazione si propone di affrontare questo obiettivo con un approccio multidisciplinare, capace di coinvolgere contemporaneamente diversi punti di vista in un’unica fruizione.

VALENTINA BRUNELLO nasce nel 1970 a Gorizia, dove vive e lavora. Ha sviluppato l’interesse per la fotografia parallelamente agli studi universitari in architettura a Venezia. I temi che ha affrontato sin dai primi scatti analogici in bianco e nero riguardano principalmente il paesaggio urbano ed i soggetti architettonici; negli ultimi anni sta approfondendo il tema del ritratto utilizzando prevalentemente attrezzatura digitale. Numerose le mostre collettive e personali tra cui: Maninfesto – Fotografia in Friuli Venezia Giulia, Villa Manin Centro d’Arte Contemporanea, Passariano-Codroipo (Ud); Tracce, Eurart 2005, Casa Morassi, Gorizia, 2006, mostra collettiva; 6 x una mostra, Centro Culturale Bratuz, Gorizia, 2005, mostra collettiva; Entrata Libera, Gruppo E-20, Gorizia, 2004, mostra collettiva; Spiaggia libera, Galleria La Fortezza, Gradisca d’Isonzo, 2010, mostra personale.

  Locandina mostra fotografica di Valentina Brunello (172,5 KiB, 5 download)
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  Cartolina mostra di Valentina Brunello, 12 febbraio 2011, Portogruaro (83,9 KiB, 1 download)
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  Cartolina mostra di Valentina Brunello, 12 febbraio 2011, Portogruaro (42,5 KiB, 2 download)
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Incontro con Michele Zanetti, “Gli animali stanno vincendo”

Salve a tutti!

Informo che venerdì 18 febbraio 2011 alle ore 21, presso la Villa Ronzani di Giai di Gruaro, si terrà l’incontro con l’amico, collaboratore e naturalista Michele Zanetti dell’Associazione Naturalistica Sandonatese, che presenterà il suo volume dal titolo “Gli animali stanno vincendo”.

Allego la locandina dell’evento ed invito tutti a segnalare la serata.

  Incontro con Michele Zanetti - Gli animali stanno vincendo (370,2 KiB, 23 download)
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Spettacolo “Bambole per il Reich” il 29 gennaio 2011 a Portogruaro

Salve a tutti!

Segnalo che sabato 29 gennaio 2011, alle ore 21:00, presso il Teatro comunale Luigi Russolo di Portogruaro, si terrà lo spettacolo di teatrodanza per il giorno della memoria: “Bambole per il Reich, l’olocausto delle donne”.

Trattasi di un rifacimento ed ampliamento dello spettacolo “La Casa delle Bambole” che abbiamo organizzato l’anno scorso all’oratorio di Giai, e siamo particolarmente orgogliosi della riproposizione dello stesso in un ambiente più congeniale ed in un ambito più “istituzionale”.

Allego la locandina e la cartolina dell’evento, e Vi invito caldamente a partecipare numerosi!!

  Locandina Bambole per il Reich, teatro Russolo, Portogruaro, 29 gennaio 2011 (347,8 KiB, 3 download)
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  Cartolina spettacolo Bambole per il Reich, fronte (312,3 KiB, 2 download)
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  Cartolina spettacolo Bambole per il Reich, retro (239,1 KiB, 4 download)
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Mostra Andreini il 27 gennaio 2011 a Portogruaro

Ritorni ad Auschwitz, fotografie di Claude Andreini

Signore, Signori,

il 27 gennaio 2011, ore 18.00, in occasione del Giorno della memoria, sarà inaugurata la mostra personale di Claude Andreini.

La manifestazione avrà luogo nella Galleria Comunale di Portogruaro, “Ai Molini”, in centro storico.

La mostra sarà presentata da Imelde Rosa Pellegrini, Storica, e da Kristian Feigelson, sociologo, Professore all’Università La Sorbonne, di Parigi.

La mostra è articolata in due parti: nel primo mulino saranno visibili stampe classiche (da camera scura) in Bianco e Nero. Nel secondo, immagini a colore stampate su tela ed elaborate manualmente con una tecnica personale ed inedita. In tutto circa 45 foto. La stessa mostra sarà presentata negli USA al Chicago Historical Center il prossimo Primo Maggio (Giorno della memoria in America)

Inoltre sarà presentato il libro “SINTOMI – ritorni” realizzato dallo stesso fotografo, contenente sia fotografie di Auschwitz che di Terezin. Le prime appoggiate ad una presentazione di Roberto Salbitani, fotografo e scrittore; le seconde ad un testo di Kristian Feigelson, estratto dalla rivista della Sorbonne “THEOREME”. 140 pagine, circa 60 immagini.

Il presente messaggio serve di invito.

Nella speranza di vedervi numerosi, cordialmente
C. Andreini.

  Mostra Andreini, testo Salbitani (142,0 KiB, 2 download)
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Nuovo anno, nuovo sito

Buon principio a tutti.

Con il nuovo anno apriamo ufficialmente il sito web della nostra associazione, che speriamo possa essere uno spazio di condivisione ed informazione delle nostre attività, più immediato rispetto ai tradizionali redazionali cartacei.

Il sito web offre agli utenti registrati alcune funzionalità, quali:

  1. commentare gli articoli ed i redazionali;
  2. votare gli articoli ed i sondaggi;
  3. scaricare le nostre pubblicazioni e locandine;
  4. proporci articoli e/o redazionali (solo se collaboratori);
  5. accedere e scrivere sul nostro forum di discussione (*).

(*) n.b. per accedere al forum occorre registrarsi. Forum e sito sono due entità collegate, ma separate.

Agli utenti non registrati:

  1. la possibilità di registrarsi;
  2. visionare e scaricare le fotografie delle nostre serate ed iniziative e visite guidate;
  3. accedere e leggere il nostro forum di discussione.

Siamo aperti riguardo le vostre proposte e commenti, ma ci tengo a precisare che questo spazio web è regolato. In rete vigono infatti le stesse regole di qualsiasi altro luogo pubblico, in particolare di netiquette e civiltà, e pertanto ogni commento, messaggio o articolo verrà valutato, approvato e potrà essere eventualmente rimosso. Per i dettagli al riguardo vi rimando al nostro regolamento.

Ciò premesso do il benvenuto a tutti sul nostro sito, vi invito caldamente a registrarvi (se già non lo siete) e a partecipare alle nostre iniziative.

Ricordo inoltre ai nostri autori e collaboratori che dovrebbero aver già ricevuto per e-mail le proprie credenziali di accesso al sito e li invito sin d’ora ad inviarci materiali e contributi.

Per ogni altra evenienza o problematica tecnica non esitate a contattarci.

Ci tengo infine a precisare che:

  1. Questo sito web non rappresenta una testata giornalistica perchè viene aggiornato senza alcuna periodicità fissa. Non può quindi considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001.
  2. Le riflessioni ed argomentazioni espresse negli articoli e commenti pubblicati su questo sito web riflettono unicamente il punto di vista dei loro rispettivi autori, e non l’opinione comune dello staff del sito.

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La scuola è finita

E’ ovvio che il titolo dell’articolo e la foto sono provocatori.

Ultimamente però mi sono chiesto se la scuola è finita chiedendomi così se essa adempie ancora ai suoi scopi.

NEL DIZIONARIO ON LINE ALLA VOCE SCUOLA si legge: istituzione organizzata sistematicamente a scopo di istruzione ed educazione.
Quanto quindi, oggi, la scuola riesce a istruire e a educare???

Alcuni mesi fa pubblicai un’articolo (lo trovate nelle note di questa pagina) in cui favevo riferimento a un documento che mi aveva fatto conoscere un nostro INESTIMABILE COLLABORATORE Enzo Guidotto (presidente dell’osservatorio veneto sul fenomeno mafioso): EDUCAZIONE ALLA LEGALITA’.

Tale documento, da lui scritto, è tratto dalle linee di indirizzo del Ministro della Pubblica Istruzione Giuseppe Fioroni del 23/05/2007 “nate” a seguito del Comitato Nazionale “Scuola e Legalità”.
In tali linee di indirizzo si legge: l’educazione alla legalità finalizzata alla lotta alle mafie  deve passare attraverso la necessità di far conoscere agli studenti la storia e le caratteristiche del fenomeno mafioso al fine di promuovere nei giovani il senso di responsabilità civile e democratica per spronarli ad un costante impegno sociale.
Morale si da, per iscritto, anche alla scuola il compito di “parlare di mafia” e gli si riconosce, così, il suo “potere educativo”.

Alcuni di voi sapranno quanto ritango  FONDAMENTALE parlare di mafia ai giovani specialmente al nordest.
A tal proposito anche negli incontri del 22 e 29 ottobre abbiamo più volte sollecitato le scuole, i professori e i genitori a far si che la scuola organizzi dei “percorsi di legalità magari attraverso degli incontri così da  attuare le sopra citate linee guida. Oltre a ciò avevo contattato telefonicamente alcuni professori per proporgli delle mie idee in merito.
RISULTATO? SILENZIO TOTALE se non dei NO-MI SPIACE motivati dal fatto NON ABBIAMO SOLDI (che non servono se è l’associazione a promuovere la cosa) !!!!!

Accogliendo così l’invito del prof. Guidotto ho deciso di scrivere tramite raccomandata (saranno spedite a giorni ndr) a tutti i Presidi delle scuole Superiori di PN, in copia al provveditore, invitandoli a organizzare degli incontri tra studenti e magistrati o scrittori o famigliari di vittime innocenti di mafia o presidenti di associazioni “antimafia”.

Non so se riceverò una risposta a tali richieste e ovviamente non chiedo-pretendo che questa associazione rivesta un ruolo attivo in tutto ciò anzi: CIO’ CHE CONTA E’ PARLARE BENE DI MAFIA, NON CHI LO FA!
Semplicemente tra gli obbiettivi dell’associazione c’è quello di promuovere la conoscenza e la comprensione del fenomeno mafioso soprattutto tra le giovani generazioni e, per me in particolare, sarebbe un sogno vedere gli studenti ascoltare l’eventuale relatore come ascoltai io Rita Borsellino ad Aviano circa 15 anni fa.

Siamo sempre pronti a dire che il futuro è dei giovani quasi per scaricare a loro le nostre responsabilità-mancanze. Io credo invece che siano i meno giovani a dover fornire ai figli, amici o studenti tutte quelle informazioni, esempi e strumenti che possano portare ad una cultura della legalità e la scuola, in tutto ciò, gioca un ruolo fondamentale.

Ovviamente se qualcuno di voi lettori volesse prendere esempio da me, approfondire la cosa o avere dei suggerimenti è per me un dovere e un piacere essere a vostra disposizione.
Sono sicuro che tra di voi lettori ci sono genitori con figli a scuola e magari anche qualche insegnante.  Vi chiedo quindi: E’ UTILE SECONDO TE/VOI/LEI PARLARE SERIAMENTE DI MAFIA NELLE SCUOLE? COSA HA/HAI/AVATE FATTO IN MERITO?

Vi terrò aggiornato sull’esito delle raccomandate.

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