Quando, poco tempo fa, è nata “LA RUOTA” associazione culturale, io sono entrato a farne parte e subito mi sono posto la domanda: “Che cos’è cultura?” ho cercato tra me e me la risposta. Ho avuto qualche perplessità, anzi, mi colse un senso di timore, sensazione che prende ognuno di noi quando ha a che fare con qualcosa di nuovo o di sconosciuto. Senza scoraggiarmi però mi son detto: “Ecco un obiettivo da raggiungere, devo darmi una spiegazione convincente del termine, devo trovare la strada giusta” ed ho cominciato la mia piccola ricerca.
Quale miglior strumento ci può essere, per una definizione sintetica e soddisfacente di una parola, del vocabolario?
Avevo a portata di mano quello vecchio, di mio padre, uno Zingarelli degli anni ’50 che alla parola cultura recitava: “Cultura: istruzione, erudizione dello spirito. Conoscenze principali dei vari rami del sapere”.
Non del tutto soddisfatto ho recuperato il mio vocabolario, un Garzanti più o meno recente che diceva: “cultura: 1- qualità di chi è colto; l’insieme delle nozioni che qualcuno possiede. 2- l’insieme della tradizione e del sapere scientifico, letterario e artistico di un popolo o dell’umanità intera”.
In quel momento il concetto di cultura mi si stava delineando, ma ormai ero incuriosito dalla vastità di significati che potevano essere rinchiusi nella parola “cultura”.
Mi sono servito allora del mezzo più potente a mia disposizione, internet, ho fatto una piccola ricerca e sono rimasto immediatamente stupito dai primi risultati. Sono riuscito a trovare centinaia di migliaia di siti che avevano come argomento principale la cultura, ma ognuno di essi esaminava al suo interno una materia specifica. Ho trovato siti di cultura letteraria, cultura agricola, cultura imprenditoriale, cultura fitness, cultura Maya, cultura umanistica, cultura sanitaria, ecc.
Sempre più incuriosito ho letto le varie definizioni di cultura presenti nei vari siti e ho trovato un filo conduttore comune che ha reso concretamente possibile che io mi facessi un’idea personale sull’argomento.
Ed ecco le mie conclusioni, la cultura è un insieme d’insegnamenti, esperienze, scoperte e tradizioni che ogni individuo può imparare dalla società e, a sua volta, può mettere a disposizione della stessa. Nel corso della storia la distinzione tra cultura alta e bassa è sparita perché, grazie alla comunicazione crescente, i campi del sapere sono sempre più vasti ed ognuno di noi è custode di una parte di esso. Per esempio una laurea certifica solo una cultura specifica, ma chi non è laureato avrà ugualmente una sua cultura, meno specialistica, ma allargata ad altri campi del sapere.
Quindi niente paura, ognuno di noi è custode della propria cultura e sta a noi accrescerla nelle molteplici direzioni del sapere.
Comunicare per capire: contributo per un dibattito
Beslan
“Madri impazzite guardano
vecchi recitare orazioni
su libri rigonfi di pianto”
T.B.
Come parlarne ai bambini.
La breve ma intensa poesia, oltre che riproporre l’assurda atrocità di quanto accaduto in Ossezia, ci aiuta a focalizzare, nell’ambito della galassia comunicazione, un aspetto delicato e problematico: se e come parlare con i bambini di tragedie ed atrocità che accadono attorno a loro.
Ho trovato particolarmente stimolante, su questo argomento, un articolo di Fulvio Scaparro, pubblicato su “Il Messaggero di Sant’Antonio” di Novembre.
Scaparro, sollecitato, come lui dice, da numerose lettere e richieste di chiarimento e consiglio da parte di genitori, insegnanti, lettori, adulti in genere, ha elaborato, riprendendo una riflessione maturata sulle pagine del “Corriere della Sera” all’indomani dell’ 11 settembre, una specie di vademecum, che può costituire una valida base per un confronto ed un dibattito. Di fronte a tragedie, o a fatti cruenti in genere, che hanno per protagonisti i bambini, egli sottolinea il ruolo di mediatore che è necessario assuma l’adulto, il quale deve:
Solo così, conclude Scaparro, “l’emergenza può rinforzare legami di solidarietà e non essere un’occasione di divisione e di litigi”.
Riduzione a cura di Gigliola Bittolo Bon