Per chi volesse accostarsi all’ambiente socio-economico ed artistico dell’Olanda del’600 (Golden age), in cui fiorì e si sviluppò la pittura di Vermeer, può essere utile e piacevole la lettura del romanzo di Tracy Chevalier “La ragazza con l’orecchino di perla”, in cui l’autrice costruisce, inserendola in un convincente e coinvolgente affresco d’insieme, un’affascinante ipotesi, sia pur romanzata ed immaginaria, sulla genesi del quadro che dà il titolo alla mostra di Bologna di Palazzo Fava, che noi de La Ruota andremo a visitare il 18 maggio. Il libro è disponibile anche presso la Biblioteca comunale di Gruaro – orario di apertura: lunedì, mercoledì, giovedì, dalle ore 15:30 alle 18:30. Buona lettura e…visione.
La ragazza con l’orecchino di perla / Tracy Chevalier; traduzione di Luciana Pugliese. – Vicenza: Neri Pozza, 2000. – 237 p.; 21 cm.
Tracy Chevalier è nata a Washington. Nel 1984 si è trasferita in Inghilterra, dove ha lavorato a lungo come editor. Il suo primo romanzo è La Vergine azzurra (Neri Pozza, 2005). Con La ragazza con l’orecchino di perla (Neri Pozza, 2000) ha ottenuto, nei numerosi paesi in cui il libro è apparso, un grandissimo successo di pubblico e di critica. Bestseller internazionali sono stati anche i suoi romanzi successivi: Quando cadono gli angeli (Neri Pozza, 2002), La dama e l’unicorno (Neri Pozza, 2003), L’innocenza (Neri Pozza, 2007), L’ultima fuggitiva (Neri Pozza, 2013).
Delft, Olanda, XVII secolo. Griet ha sedici anni e deve andare a servizio presso la famiglia di un pittore per poter sostenere la famiglia visto che il padre è diventato cieco dopo un incidente e non può più lavorare. La cosa si preannuncia difficile e dolorosa, ma nello stesso tempo qualcosa sta per segnare il suo destino: i due coniugi che le daranno lavoro infatti sono il famoso pittore Johannes Vermeer e la moglie Catharina, che vengono a casa sua per incontrarla mentre lei sta preparando il pranzo in cucina. All’artista basta un’occhiata al vassoio in cui Griet ha sistemato le verdure, disposte per sfumature di colore, per capire che ha davanti una ragazza profonda e intelligente. Griet dovrà sopravvivere al duro lavoro e, soprattutto, ai rimproveri di Maria Thins suocera del pittore, e alla gelosia di Catharina; nemmeno le figlie dei due signori le renderanno la vita facile, accanendosi contro di lei.
Griet non è ambiziosa, anzi cerca di rimanere nell’ombra. Ma ha una grande personalità e intuito artistico, per cui il solo fatto di esistere con il suo mondo di emozioni e osservazioni, la porta a essere una figura scomoda in casa a misteriosamente affascinante. Perfino quando capisce che il pittore ha ammirazione per lei e per le sue capacità permettendole di preparargli i colori e volendo farle il ritratto, essa non perde mai di vista la sua realtà. Lei è una popolana e tale rimane, ma cerca solo di essere consapevole delle sfumature del suo mondo interiore. La tempesta di emozioni che turbina intorno a lei riesce a turbarla, ma non a travolgerla e, mentre le altre persone coinvolte arrivano a logorare i rapporti, lei esce vittoriosa come un’eroina e rimane tale anche quando è convinta di essere fuori dai giochi di quella casa ricevendo in dono gli orecchini del ritratto…
Alessandra Maurutto