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Conferenza di Massimo Venaruzzo “Sulla Luna ed oltre”

COMUNICATO STAMPA DEL 27/10/2019

Venerdì 22 novembre 2019 – ore 20.45 – in SALA CONSILIARE a GRUARO

Conferenza del dott. Massimo Venaruzzo “Sulla Luna ed oltre. L’avventura della conquista dello spazio.”

L’associazione culturale “La Ruota”,  con il patrocinio del Comune di Gruaro, è lieta di ospitare nuovamente il dott. Massimo Venaruzzo.

Sin dall’alba della civiltà, la Luna ha stimolato i sogni e le fantasie dell’intero genere umano. Protagonista in molte mitologie e credenze popolari, la Luna è stata per lungo tempo soggetto della fantascienza, delle storie fantastiche di viaggi immaginari, delle celebrazioni di poeti e delle osservazioni degli scienziati: da Ariosto a Leopardi, da Verne a Ciolkovskij, da Méliès a Lang, da Galileo alle missioni spaziali della NASA e dell’agenzia spaziale Russa.

La conquista della Luna è un’avventura che inizia lontano nel tempo, sin da quando l’idea stessa che l’uomo un giorno potesse librarsi nell’aria e volare, avventurarsi addirittura nello spazio fra i corpi celesti e visitare gli altri pianeti del nostro sistema solare era considerata solo un sogno. Un sogno divenuto infine realtà al termine di una sfida serrata tra le due superpotenze uscite vincitrici dalla seconda guerra mondiale.

Sono ormai passati 50 anni da quando l’uomo ha posato piede sulla superficie della Luna. Era l’alba del 21 luglio 1969 in Italia. Negli Stati Uniti erano le 20 e 17 minuti del 20 luglio. Molti di noi hanno vissuto quella notte indimenticabile. Altri non erano ancora nati. Abbiamo condiviso l’emozione dello sbarco di Armstrong e Aldrin e la solitudine estrema di Collins.

Vogliamo qui ripercorrere insieme le tappe di un’avventura straordinaria. Un’avventura fatta di successi ma anche di numerosi fallimenti, di trionfi tecnologici e di estremi sacrifici. L’avventura dell’intelletto umano, della sua audacia, della sua ambiziosa intraprendenza e di tutto ciò che ha infine portato a quel “balzo da gigante per l’umanità”.

Massimo Venaruzzo si è dottorato in fisica nucleare all’Università di Trieste. Dopo essere stato ricercatore per la Sezione di Trieste dell’INFN, il CERN di Ginevra ed il Laboratori Nazionali di Legnaro dell’INFN, lavora ora per la CAEN SpA, azienda leader mondiale nel campo dell’elettronica per la ricerca in fisica nucleare e delle particelle.

 

In allegato la locandina della serata, con preghiera di diffusione.

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“Quanto sappiamo dell’infinitamente piccolo?”, incontro con Massimo Venaruzzo

Salve a tutti.

Segnalo che venerdì 23 marzo 2012 alle ore 20.45 ospiteremo il dott. Massimo Venaruzzo, ricercatore del CERN di Ginevra, che ci relazionerà sul tema “Quanto sappiamo dell’infinitamente piccolo? Il modello standard delle particelle elementari.”

Massimo Venaruzzo, laureatosi a Trieste con una tesi sui rivelatori a microstrip di silicio per il tracciatore interno dell’esperimento ALICE, ha conseguito il Dottorato in Fisica presso l’Università di Trieste discutendo la tesi sulla ricostruzione della risonanza strana S(1385) come strumento per lo studio della dinamica del Plasma di Quark e Gluoni, oggetto di studio di ALICE. Attualmente ha un contratto post-doc con l’università di Trieste e come Associate presso il CERN.

L’incontro si terrà  presso la Villa Ronzani di Giai di Gruaro.

Allego la locandina dell’evento ed invito come sempre tutti a segnalare la serata.

Vi attendiamo numerosi!

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“Energia e futuro. Le opportunità del declino”, incontro con Mirco Rossi

Salve a tutti.

Segnalo che, grazie ai nostri amici dell’ANS, ospiteremo anche a Gruaro, venerdì 2 dicembre 2011 alle ore 20.45, il dott. Mirco Rossi, che ci relazionerà sul tema “Energia e futuro. Le opportunità del declino.”

Mirco Rossi, studioso veneziano, esperto divulgatore in problemi energetici, socio di ASPO Italia, (sezione italiana di ASPO International, The Association for the Study of Peak Oil) e membro del Comitato Scientifico della rivista Ambiente-Risorse-Salute edita a Padova dal Centro Studi l’Uomo e l’Ambiente. Svolge da molti anni un’intensa attività di divulgazione in ambito scolastico e sul territorio nel centro-nord Italia.

Sul tema ha recentemente pubblicato la seconda edizione aggiornata del libro “Energia e Futuro. Le opportunità del declino.”, in cui con linguaggio semplice, ma scientificamente rigoroso, amplia le considerazioni svolte nelle proprie conferenze.

L’incontro si terrà  presso la Villa Ronzani di Giai di Gruaro.

Allego la locandina dell’evento ed invito come sempre tutti a segnalare la serata.

Vi attendiamo numerosi!

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Il Big Bang sul palmo della mano: l’esperimento ALICE all’acceleratore LHC del CERN

“Cosa fate voi fisici?”. Ecco una domanda che mi sono sentito rivolgere molto spesso in questi anni.

Rispondere ad essa è molto meno facile di quanto non si pensi e descrivere “all’uomo della strada” che tipo di attività svolga un fisico sperimentale è tutt’altro che immediato. Nell’immaginario comune, nel migliore dei casi, alla parola “fisico” si associa l’immagine dell’immortale Albert Einstein, ma nel caso peggiore veniamo pensati chiusi in laboratori segreti a progettare e realizzare nuove e terribili tecnologie di distruzione di massa.
Inutile dire che la realtà, come nella stragrande maggioranza dei casi, è totalmente diversa e non collima con il cosiddetto “sentimento popolare”.
Proprio per darvi un’idea del lavoro di chi, giorno per giorno, si dedica a piccole e grandi ricerche, colgo questa ulteriore occasione per parlare di quale sia la realtà quotidiana per uno studente di dottorato come me.

La mia attività di ricerca si svolge all’interno di un esperimento di fisica nucleare delle alte energie, noto con il nome di ALICE (acronimo di A Large Ion Collider Experiment). ALICE è uno dei quattro maggiori esperimenti in allestimento presso LHC (Large Hadron Collider), la nuova macchina acceleratrice costruita presso il CERN di Ginevra.
LHC, la cui costruzione ha richiesto quindici anni di lavoro e la profusione di notevoli sforzi finanziari ed umani, consentirà di accelerare fasci protoni e nuclei di elementi pesanti, come il piombo, ad energie fino ad oggi mai raggiunte sulla Terra e disponibili solamente nelle profondità del cosmo.
ALICE utilizzerà le particelle che così accelerate saranno fatte collidere le une contro le altre per andare a studiare le caratteristiche della materia che ci circonda in condizioni di temperatura e densità elevatissime che si ritiene fossero presenti nei primi istanti di vita dell’universo, all’incirca un milionesimo di secondo dopo il Big Bang, nome con il quale in fisica è chiamato l’istante in cui tutto ha avuto inizio.

A tutti gli effetti, quindi, ALICE aprirà una finestra su un passato remotissimo, un passato che in questo modo ci apparirà meno oscuro e spingerà ancora più in là la nostra conoscenza sulle origini del cosmo.
Sfortunatamente, le condizioni che in ALICE cercheremo di riprodurre sopravviveranno per un tempo brevissimo, 10 milionesimi di miliardesimo di miliardesimo di secondo, un tempo troppo breve per poter essere valutato direttamente. Per questo, ALICE è stato progettato e costruito per poter osservare e studiare non il momento della collisione ma tutto ciò che uscirà dal punto in cui le particelle si scontreranno. In parole povere, è come studiare la composizione e il funzionamento di un orologio mandandolo in mille pezzi e analizzandone i frammenti prodotti. Questo approccio, per quanto incredibile e paradossale, da 50 anni a questa parte ha consentito progressi inimmaginabili nello studio dell’immensamente piccolo e, al tempo stesso, dell’immensamente grande.

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Dall’università alla ricerca: amarcord ed esperienze rivisti a mente fredda

E’ con piacere che approfitto dell’occasione offertami di poter parlare della mia esperienza nel mondo dell’università, ora che, trascorsi ormai quasi due anni dal giorno della mia laurea, mi trovo nella miglior posizione per valutarla a tutto tondo senza condizionamenti.
Anzi, ora che ho fatto il salto “dall’altra parte della barricata” passando dall’università alla ricerca, posso ancor meglio valutarne i punti deboli e di forza e poter capire se davvero i cinque anni trascorsi tra corsi, esami e laboratori mi hanno lasciato in eredità la preparazione di cui ho bisogno adesso.

Sono trascorsi ormai più di 7 anni da quando, nel settembre del 2001, mi iscrissi all’università; la sede scelta, per ragioni logistiche oltre che per qualità rinomata, Trieste, il corso di laurea Fisica.
Nonostante la mia formazione prettamente umanistica e classica che poteva far sembrare strana o quantomeno azzardata la mia scelta, nessuno di quanti mi erano vicini mi fece mai pesare questo aspetto, ma anzi un unanime coro di sostegno mi diede l’energia necessaria per iniziare un percorso che, di certo, non di prospettava come il più semplice possibile. E così infatti fu.

I primi mesi non furono per nulla semplici, non tanto per il carico di lavoro che la nuova realtà mi imponeva quanto per il notevole gap che mi divideva dalla maggior parte dei miei compagni di corso che, provenendo da background già di impronta scientifica, mostravano di trovarsi sin da subito a proprio agio nella nuova realtà, o almeno così credevo io.
Non mi sono però lasciato scoraggiare dalle prime difficoltà e sono andato avanti per la strada che mi ero prefisso cercando di colmare le mie lacune iniziali passando lunghe ore su libri ed appunti. A lungo andare, i risultati furono dalla mia parte e nel corso degli anni mi sono lasciato alle spalle o addirittura ho perso di vista compagni che ritenevo molto più quotati di me, i quali però peccando di supponenza o semplicemente incontrando maggiori difficoltà di quelle preventivate, non sono stati risparmiati dalle falci degli esami di fine trimestre.

In ogni caso, siccome mi è stato chiesto di parlare a tutto tondo della mia esperienza universitaria, non posso esimermi dallo spendere qualche parola su quello che, molto e forse troppo spesso, è uno degli aspetti più delicati nella vita universitaria dello studente, ossia il rapporto con l’organizzazione del proprio corso di laurea e con la “burocrazia”:  professori, lezioni, segreterie, moduli… a volte ce n’è abbastanza per un vero teatro dell’assurdo. E le testimonianze di generazioni di studenti stanno li a dimostralo.
Ebbene, contrariamente all’esperienza di molti altri studenti in altre facoltà della mia università o in altre università, la mia esperienza in tal senso è stata tutto sommato positiva, in alcuni aspetti anche molto positiva. In oltre 5 anni, gli orari delle lezioni e le date degli esami sono state sempre rispettati e, nelle rarissime occasioni in cui non lo sono stati le comunicazioni al riguardo erano sempre tempestive e puntuali.

Molti dei miei professori non hanno mai avuto un orario di ricevimento fissato ma sono sempre stati disponibili a ricevere gli studenti pressoché in qualsiasi momento, e non ricordo di aver mai dovuto fare i salti mortali per poter parlare con un docente per chiarimenti, domande o fissare la data di un esame.
Ritengo che una fetta significativa di questo merito vada attribuito al fatto che il corso di laurea in Fisica non si è mai distinto per un numero spropositato di studenti iscritti, e pertanto il buon senso ha prevalso nel momento in cui si è capito che è bene tenersi vicini quei pochi studenti che ci sono onde evitare di ritrovarsi, entro qualche anno, con un corso di laurea senza iscritti.

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Nucleare? Un costosissimo vicolo cieco…

articolo di Michele Boato

presidente de L’Ecoistituto del Veneto “Alex Langer” e direttore della rivista “Gaia”

Chiunque lo proponga, da destra o da sinistra, finge di ignorare che:

1. Il nucleare non è sicuro, è a rischio di incidenti catastrofici

Nel 1979 ad Harrisburg (Usa) si è sfiorata la “fusione del nocciolo”, che c’è stata a Cernobyl (Ucraina) il 26 aprile 1986, con decine di migliaia di tumori e leucemie nei 20 anni successivi e più di 1000 morti per tumore tra i soldati intervenuti; ha contaminato l’acqua di 30 milioni di ucraini; irradiato 9 milioni di persone. Oggi, nelle regioni confinanti, 2/3 degli adulti e metà dei bambini sono ammalati alla tiroide, c’è il raddoppio delle malformazioni.

Nel 2002 nell’Ohio (Usa) si è sfiorato lo stesso disastro; nel 2004 a Sellafield (GB) c’è stata una fuga 160 kg di velenosissimo plutonio rivelata solo dopo 8 mesi.

Dal 1995 al 2005 c’è stata una serie di incidenti gravi (con 7 morti e centinaia di contaminati gravi) nelle centrali del Giappone: tra cui uno gravissimo a TokaiMura nel 1999 (2 lavoratori morti, 3 gravemente contaminati e 119 esposti a forti dosi di radiazioni) e il più grande impianto nucleare al mondo chiuso il 16.7.2007 per i danni da terremoto.

Avere il nucleare vicino casa non è assolutamente la stesso che a centinaia di km.

2. Dopo 50 anni, non si sa ancora dove mettere le scorie radioattive

Ci sono milioni di tonnellate di scorie (di cui ben 250.000 altamente radioattive) senza smaltimento definitivo. Gli Usa hanno speso 8 miliardi di dollari in 20 anni senza trovare una soluzione. In Italia il governo ha dato 674 milioni di euro alla Sogin che, dopo il ridicolo tentativo di Scanzano J. (sismico, come gran parte d’Italia), non sa dove mettere le “ecoballe” radioattive: il plutonio resta altamente radioattivo per 200mila anni! L’uranio238 per milioni di anni.

3. Non esiste il nucleare “sicuro e pulito” di Quarta generazione

Le centrali di “terza generazione”, che Berlusconi vuole costruire, dovrebbero durare più di quelle in funzione (II generazione), senza aver risolto il problema delle scorie né della “sicurezza intrinseca” (spegnimento automatico se c’è un incidente grave). Le chiama “ponte” verso una quarta generazione” che promette sarà “assolutamente sicura, non proliferante, con poche scorie e meno pericolose”, ecc. Ma i reattori di IV generazione NON esistono! Sono previsti “dopo il 2030”, come se fosse domani; e quanto “dopo”?

Intanto il governo propone un colossale rilancio del nucleare, con reattori che, almeno fino al 2040, aggraverebbero tutti i problemi creati dal nucleare! Infatti l’Enel ha investito quasi 2 miliardi di euro per completare, in Slovacchia, due reattori di vecchia tecnologia sovietica, addirittura privi di involucro esterno, giustificandosi: “la probabilità di un impatto aereo è trascurabile”. In che mani siamo!

4. E’ favola “solo col nucleare si può fermare il riscaldamento globale”

Per avere una riduzione di gas serra bisognerebbe costruire una centrale nucleare ogni 10 giorni (35 all’anno) per i prossimi 60 anni. Così, con 2.000 nuove centrali nucleari, si fornirebbe il 20% dell’energia totale.

C’è qualcuno, sano di mente, che pensa si potrebbe procedere a questo ritmo?

Nessuno dei top manager dell’energia crede che le centrali esaurite nei prossimi anni saranno rimpiazzate per più della metà: il trend mondiale del nucleare è verso il basso: solo per mantenere il numero e la potenza delle 435 centrali attuali (ne sono già state chiuse 117) ce ne vorrebbero 70 di nuove entro il 2015 (una ogni mese e mezzo!) e altre 192 entro il 2025: una ogni 18 giorni! Tutto per continuare a produrre non il 20%, ma solo il 6,5% dell’energia totale

2.000 scienziati dell’IPCC (ONU) lo hanno certificato nel 2007: “Il nucleare non potrà fermare la febbre del pianeta”.

Inoltre il ciclo completo (estrazione ed “arricchimento” dell’uranio, smaltimento scorie, costruzione e smantellamento centrale) emette gas serra quanto il ciclo a combustibile fossile.

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Incentivi anti-inquinamento (previsti dalla legge finanziaria 2007)

A. CALDAIE, PANNELLI, ISOLAMENTI TERMICI

Innalzamento dal 36% al 55%della detrazione fiscale per interventi di aumento di efficienza energetica.
La detrazione che si riferisce a una spesa sostenuta nel 2007, va suddivisa in tre quote annuali di pari importo. Le azioni incentivate si riferiscono a:

  • Interventi per la riduzione dei consumi di energia sia degli edifici nuovi che di quelli esistenti, con un contributo massimo di 100mila euro in 3 quote annuali. Isolare gli edifici, cioè fare indossare il “cappotto alla nostra casa, può valer un 20-30% di consumi in meno. Quasi il 70% dei costi energetici di una famiglia, sono destinati al riscaldamento degli ambienti. Investire in una buona coibentazione durante la costruzione ex novo, fa risparmiare fino al 60% delle spese di riscaldamento. A questo riguardo, a partire dal 10 luglio 2008 ci sarà l’obbligo della certificazione dei consumi energetici. Dal 1° luglio 2009 infine, l’etichetta energetica diventerà obbligatoria anche per vendere un singolo appartamento. La certificazione energetica è un documento che descrive nei dettagli i consumi del nostro appartamento e che va prodotta se si vogliono ottenere gli incentivi.
  • Installazione dei pannelli solari per la produzione di acqua calda e per il riscaldamento; il bonus potrà arrivare fino a un massimo di 60mila euro in 3 anni.
  • Interventi di copertura, isolamento dei pavimenti, delle pareti e installazione di finestre ad alta tenuta energetica. Il bonus è di 60mila euro max.
  • Installazione di caldaie a condensazione. Detrazione max è di 30mila euro.

N.B. I RIMBORSI SONO CONDIZIONATI DALLA CERTIFICAZIONE DELL’EDIFICIO!

B. FRIGORIFERI E CONGELATORI

Detrazione fiscale in un’unica rata, per la sostituzione di frigoriferi e congelatori di classe energetica non inferiore ad A+, acquistati nel 2007. La spesa ammissibile non deve superare i 1000 euro per ciascun apparecchio; la detrazione non potrà essere superiore a 200 euro.

C. AUTO A METANO

Riduzione del 20% del carico fiscale per il gpl. Questo comporta una diminuzione del prezzo alla pompa di circa 38 centesimi al litro, iva compresa. Sono previsti incentivi per trasformare le autovetture a gas metano o gpl (650euro se si fa entro tre anni dopo l’immatricolazione; 350euro per chi ha un’auto euro 0 o euro 1) che quelli per l’acquisto di un’auto a metano e gpl (1500 euro per ogni vettura con un’ulteriore sconto di 500 euro se le emissioni di CO2 sono inferiori a 120 grammi per km).

D. PANNELLI FOTOVOLTAICI

Sarà possibile cedere alla rete nazionale, l’energia elettrica prodotta da impianti casalinghi ed eventualmente eccedente il proprio bisogno. I piccoli fornitori potranno vendere la loro ecoelettricità a un prezzo agevolato fino a 0,49 al kw.

Per saperne di più:

  • Utilissimi consigli per risparmiare energia: www.ecoage.it
  • Energie rinnovabili: www.fonti-rinnovabili.it (sito collegato a Legambiente che contiene anche un elenco di installatori di pannelli solari diviso per regioni).
  • Per informazioni precise su costi e opportunità, ma anche per passare alla fase progettuale: www.ice.it , istituto per il Commercio Estero.
  • Per incentivi e rimborsi da parte dello Stato, consultare il sito del governo: www.governo.it e si clicca su “Finanziaria”, voce ENERGIA.
  • Può essere utile consultare il progetto “CasaClima” della provincia autonoma di Bolzano: www.provincia.bz.it

azlea

P.S. Anche la nostra amministrazione comunale dovrebbe dare il buon esempio, riducendo lo spreco dell’illuminazione pubblica!

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Energia ecologica? Quella che si risparmia

Il 16 febbraio 2005 entrava in vigore il protocollo di Kyoto: il trattato che prevede l’obbligo per i paesi industrializzati di operare una drastica riduzione di elementi inquinanti (i gas serra: anidride carbonica, metano, ossido di azoto, idrofluorocarburi, perfluorocarburi ed esafluoro di zolfo) in misura non inferiore al 5,2% rispetto alle emissioni registrate nel 1990, considerato come anno di riferimento. Tale riduzione dovrà avvenire nel periodo 2008/2012.

Questo non basta più! Da dire che molti Paesi, fra cui l’Italia, non solo non hanno ridotto le immissioni, anzi le hanno aumentate!

Infatti l’allarme “Pianeta Terra” che riguarda il surriscaldamento dell’atmosfera terrestre è da attribuirsi, ormai tutti gli scienziati concordano, all’inquinamento prodotto dall’uso intensivo del petrolio, del carbone e del gas; questo per produrre l’energia necessaria a far funzionare le attività umane delle civiltà industrializzate.
Gli effetti disastrosi sul clima sono sotto gli occhi di tutti e noi stessi ne siamo testimoni. Se non interverranno dei correttivi, le emissioni di anidride carbonica, che negli ultimi 10 anni sono aumentate del 20%, produrranno per la Terra un peso insostenibile. La febbre del pianeta pone gli uomini di fronte ad una scelta: continuare a correre verso il disastro o cambiare rotta.

Che cosa può FARE ciascuno di noi?
CONSUMARE MENO partendo da piccoli, ma importanti cambiamenti, nel nostro stile di vita.

Ecco alcuni suggerimenti:

  • Utilizzare lampade a basso consumo energetico.
  • Scegliere l’acquisto di elettrodomestici ad alta efficienza, ovvero di classe A; si risparmia fino al 10% di elettricità.
  • Avviare la lavatrice e la lavastoviglie a pieno carico e a temperature non troppo alte.
  • Non lasciare gli elettrodomestici in stand-bay e spegnere il computer quando non si utilizza.
  • Regolare il termostato del riscaldamento e controllare regolarmente la caldaia per consumare. meno.
  • Scegliere prodotti a basso impatto ambientale riconoscibili da un marchio di garanzia europeo.
  • Scegliere alimenti di stagione e possibilmente di origine locale.
  • Privilegiare i prodotti imballati senza spreco e con materiali riciclabili.
  • Non sprecare l’acqua: chiudi il rubinetto quando ti insaponi o ti lavi i denti.
  • Utilizzare l’automobile solo quando è necessario; usa la bicicletta sapendo che fa bene a te e all’ambiente.
  • Andare alle fonti rinnovabili (Solare termico, fotovoltaico).
  • Impiegare materiali isolanti se si compra o si ristruttura una casa.

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Idrogeno, internet e Italia, le tre “I” di Rifkin per salvare il mondo

L’economista statunitense Jeremy Rifkin, autore di diversi best seller come “L’era dell’accesso” e “Economia all’idrogeno”, ha presentato a Parigi la sua idea. Per realizzarla, è necessaria una sinergia tra la rete delle telecomunicazioni e l’uso dell’idrogeno, trainata dalla sensibilità europea per lo sviluppo sostenibile e la tutela ambientale.

L’Europa è, oggi, nella posizione migliore per condurre la nuova rivoluzione industriale guidata dall’energia, prodotta con fonti rinnovabili ed immagazzinata e distribuita attraverso l’idrogeno. Il quadro negativo che abbiamo davanti oggi è chiaro: riscaldamento globale, crisi petrolifera, debito del Terzo Mondo, terrorismo. Secondo l’economista, siamo alla fine dell’era del petrolio.

La cosa veramente interessante è che Rifkin, lungi da limitarsi a fornire delle previsioni sconfortanti, propone un punto di vista positivo, vede nella nuova situazione delle nuove opportunità e potenzialità: a suo avviso siamo all’inizio della terza rivoluzione industriale.
La nuova rivoluzione industriale partirebbe dalla riorganizzazione dei centri di comando e controllo delle informazioni, che oggi è sempre meno concentrato e sempre più distribuito. Basta pensare alle attuali forme di comunicazione ed elaborazione delle informazioni quali i personal computer, internet, i satelliti, il wi-fi, che oggi collegano già il 20% dell’umanità. Manca ancora (e qui risiede la rivoluzione industriale e l’opportunità possibile) l’aspetto relativo alla creazione, immagazzinamento e distribuzione di nuove forme di energia per produrre ed alimentare le nuove forme di comunicazione.

Rifkin ipotizza che questa rivoluzione partirà con le fuel cell (celle a combustibile), alimentate da idrogeno, che verranno distribuite in centinaia di milioni di personal computer, di auto, in milioni di case, in milioni di negozi e imprese di piccole medie dimensioni. Con le fuel cell ad idrogeno “verde” prodotto dall’acqua, da fonti rinnovabili e da biomasse, inizierà una terza rivoluzione che partirà dal basso, perché ognuno di noi, come in internet, diventerà fornitore ed utilizzatore di energia e di idee. Una rete energetica di questo genere è già stata sperimentata con successo da IBM in Germania e USA.

Infine, secondo Rifkin, l’Europa è oggi nella condizione ideale per sviluppare questo nuovo modello, e in Italia le potenzialità (partendo dal basso, dalle province e dalle regioni) per costruire un “bottom-up network” energetico sono enormi, e in grado di generare nel lungo periodo (nei prossimi 20 anni) milioni di nuovi posti di lavoro.

(riduzione da “La Repubblica” del 3 ottobre 2005)

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L’energia

L’energia viene definita nei libri di testo scolastici come la capacità che un sistema ha di produrre lavoro. Cosa sia il lavoro viene poi solitamente illustrato con esempi che molto spesso esulano dalla vita di tutti i giorni. Il concetto di energia, così, rischia di diventare qualcosa di astratto, di impalpabile, che esaurisce il proprio significato solo in applicazioni tecniche. La definizione di energia, apparentemente sterile nella forma, tuttavia contiene in sé una verità profonda, per nulla scontata: energia è movimento, energia è calore, materia, radiazione elettromagnetica, energia è rumore. Tutto ciò che vive ha bisogno di energia; non esiste azione, dalla più complessa alla più semplice, che l’uomo possa fare senza dover per forza utilizzare energia. Se ne consuma per alzarsi dal letto, per andare al lavoro, persino per pensare o per comunicare.

Il primo principio della termodinamica, che è il ramo della fisica che studia le trasformazioni dell’energia, insegna che essa non si crea, né si distrugge, ma si conserva, manifestandosi in diverse forme. Il secondo principio della termodinamica, però, ammonisce che tutti i processi di trasformazione dell’energia, comportano inesorabilmente un degrado di essa, che globalmente si conserva in quantità, ma perde in qualità ed in parte diventa inutilizzabile. Con il secondo principio della termodinamica, quindi, bisogna fare i conti ogniqualvolta si accenda una lampadina, o si viaggi in automobile o si riscaldi una casa; con esso si deve confrontare l’intera struttura della società industriale, che può esistere esclusivamente grazie all’utilizzo di ingenti quantità di energia. Essa si degrada e proprio per questo ha un prezzo, che viene pagato in termini di denaro, di effetti sull’ambiente, di equilibri geopolitici. Il bicchiere da cui la società industriale beve l’energia per la propria sussistenza non è infinito, e più energia viene consumata, più diventa costosa.
Esiste però una fonte di energia che non ha prezzo, che può essere considerata inesauribile e rinnovabile, se paragonata ai tempi dell’uomo. Questa fonte è il Sole, che da miliardi di anni è il motore della vita sulla Terra. Il Sole non costa niente, non inquina ed è alla portata di mano di tutti. Il Sole riscalda l’atmosfera, muove i venti e le correnti marine, fa crescere gli alberi, fa evaporare l’acqua che ricade come pioggia e riempie i fiumi. Il Sole dona ogni giorno alla Terra una quantità di energia enorme che aspetta solamente di essere catturata ed utilizzata.

Di come sia possibile farlo parlerà “La Ruota” venerdì 18 febbraio alle ore 20:30 presso la Sala consiliare del Comune di Gruaro.
Relatori saranno Vittorio Bearzi, tra i massimi esperti in Italia sui pannelli solari per la produzione di acqua calda e per il riscaldamento, e Paolo Ziliotto, conoscitore delle vie e dei finanziamenti che le amministrazioni locali mettono a disposizione di tutti per avere energia pulita e gratuita da un raggio di Sole.

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