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Incontro con Michele Zanetti, “Gli animali stanno vincendo”

Salve a tutti!

Informo che venerdì 18 febbraio 2011 alle ore 21, presso la Villa Ronzani di Giai di Gruaro, si terrà l’incontro con l’amico, collaboratore e naturalista Michele Zanetti dell’Associazione Naturalistica Sandonatese, che presenterà il suo volume dal titolo “Gli animali stanno vincendo”.

Allego la locandina dell’evento ed invito tutti a segnalare la serata.

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Caccia, in Italia e nel Veneto

Caccia, magico termine generalmente applicato a uomini che “cacciano” altri uomini (cacciatori di criminali, cacciatori di terroristi, cacciatori di evasori fiscali – questi ultimi assai più rari e meno di moda). Non esiste o non dovrebbe più esistere la “caccia agli animali”: per una ragione molto semplice, ovvero perché non abbiamo più bisogno di uccidere animali selvatici per nutrirci.
Eppure la caccia continua ad esistere; anzi, è una realtà “viva e vitale”, almeno in Italia e soprattutto politicamente.

Cosa c’entri poi la caccia con la politica dovrebbero spiegarcelo i nostri parlamentari (nazionali e regionali) di ambedue gli schieramenti. In fin dei conti i cacciatori sono in via d’estinzione e, a livello nazionale stanno scendendo (fortunatamente) di numero anno dopo anno. Al punto che, tra non molto, dovranno essere proprio i protezionisti ad occuparsi di loro.

Nonostante tutto questo (e dunque, nonostante la loro condizione di esigua minoranza) accade tuttavia che una commissione parlamentare ha licenziato, proprio in questi giorni, una proposta di legge che prevede l’allungamento della stagione venatoria fino a 10 giorni oltre il termine previsto del 31 gennaio. E inoltre che, nella Regione Veneto, in concomitanza con l’annuale pubblicazione del calendario venatorio, vengono regolarmente inserite specie che non sono cacciabili a livello europeo. Piccoli uccelli, che non pesano il piombo della cartuccia impiegata per abbatterli; insettivori come la pispola o granivori come il fringuello, colpevoli soltanto di avere lo stesso sapore nel fatidico piatto dell’identità veneta, noto con il nome di “Poenta e osei”.

Tutto questo per dire che il calendario epocale del mondo venatorio (ma anche della società e della cultura popolare italiana) sta marciando all’indietro: verso gli anni ’50-’60 del Novecento.
E non mi si dica che i cacciatori ci stanno salvando dalle volpi e dalle gazze o dalle nutrie, dai cormorani o dagli altri fantasmi che la loro stessa cultura distorta ha creato e agitato.
A salvarci dagli invasori alieni basterebbe una politica dell’ambiente seria, che si avvalesse degli strumenti tecnici di cui dovrebbero essere dotate le pubbliche amministrazioni.

Peccato che i guardia-caccia provinciali di Venezia siano poi impegnati nella “caccia al venditore extracomunitario” sulle spiagge del Veneto Orientale.

Ancora una volta “uomini che cacciano altri uomini”.

Michele Zanetti, naturalista

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A N I M A – LI

Da molti anni studio il comportamento dei lupi, dei cani e dei gatti, questi ultimi due in relazione all’uomo. Trovo sia necessario comprendere ed approfondire la comunicazione con gli animali con i quali condividiamo la nostra quotidianità. Ristabilire armonia tra due specie è assai difficile, quando siamo sbilanciati verso un rapporto utilitaristico (cani da lavoro, etc.), o verso una relazione non rispettosa delle caratteristiche specifiche del cane, ad esempio cani considerati come bambini o peggio, una relazione basata sul “io comando, tu obbedisci”.

Purtroppo le relazioni su cui intervengo sono spesso ricche di luoghi comuni come: “il cane deve essere trattato da cane”.
Mi chiedo cosa significhi una affermazione di questo tipo, visto che non si sa il perchè di certe risposte da parte del cane, e non si sa come rendere giustizia alla  mente di un grande predatore (il cui progenitore è il lupo). Forse non è chiaro che il cane è un animale che vive il branco come noi la famiglia, ha bisogno degli altri componenti per cooperare e quindi per sopravvivere.

Vivere fuori in un giardino, magari da soli, non è ciò che si aspetta da noi, non è ciò che desidera da una relazione basata sulla fiducia. Quando decidiamo di vivere 10-15 anni della nostra vita con un cane è necessario essere responsabili del suo benessere, non solo nel fornirgli un ottimo e caldo riparo, una adeguata alimentazione non fatta di avanzi, ma bilanciata nei suoi ingredienti, assicurargli una profilassi sanitaria, anche per la salute pubblica (vaccini, sverminazione, disinfestazione contro pulci e zecche), ma soprattutto comprendere, come faremmo con chi consideriamo amico, il suo punto di vista. Non ha alcuna giustificazione l’uso di tecniche violente per farlo smettere di abbaiare e  farci obbedire per situazioni che in natura non esistono (uso del collare a strangolo, collare elettrico), quando in natura, sicurezza e protezione sono alla base della crescita di una cucciolata di lupi fino al raggiungimento dell’anno di età. Il potere in una relazione non risolve nulla, spesso acuisce i problemi.

Conoscere la mente del cane significa non solo costruire un rapporto fatto di fiducia, ma affinare anche la sintonia per prevenire comportamenti indesiderabili, significa evitare l’istigazione all’aggressività (con inutili giochi di lotta o manovre dolorose), conoscere le caratteristiche ed essere responsabili per la sua e altrui incolumità.
Essere competenti vuol dire conoscere, non in modo grossolano e superficiale, quella miriade di segnali che il cane ci manda, risolvere i conflitti e soprattutto evitare l’uso della punizione (spesso alla base di vecchi e inutili sistemi di addestramento)
La punizione fa perdere fiducia, “congela” la personalità e spesso promuove comportamenti aggressivi.

Ricordiamoci che la maggior parte di reazioni violente da parte del cane, compresi i morsi, avviene nei confronti della famiglia che vive con lui.

Per approfondimenti, informazioni e corsi: http://www.puca.eu

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