Da molti anni studio il comportamento dei lupi, dei cani e dei gatti, questi ultimi due in relazione all’uomo. Trovo sia necessario comprendere ed approfondire la comunicazione con gli animali con i quali condividiamo la nostra quotidianità. Ristabilire armonia tra due specie è assai difficile, quando siamo sbilanciati verso un rapporto utilitaristico (cani da lavoro, etc.), o verso una relazione non rispettosa delle caratteristiche specifiche del cane, ad esempio cani considerati come bambini o peggio, una relazione basata sul
“io comando, tu obbedisci”.
Purtroppo le relazioni su cui intervengo sono spesso ricche di luoghi comuni come: “il cane deve essere trattato da cane”.
Mi chiedo cosa significhi una affermazione di questo tipo, visto che non si sa il perchè di certe risposte da parte del cane, e non si sa come rendere giustizia alla mente di un grande predatore (il cui progenitore è il lupo). Forse non è chiaro che il cane è un animale che vive il branco come noi la famiglia, ha bisogno degli altri componenti per cooperare e quindi per sopravvivere.
Vivere fuori in un giardino, magari da soli, non è ciò che si aspetta da noi, non è ciò che desidera da una relazione basata sulla fiducia. Quando decidiamo di vivere 10-15 anni della nostra vita con un cane è necessario essere responsabili del suo benessere, non solo nel fornirgli un ottimo e caldo riparo, una adeguata alimentazione non fatta di avanzi, ma bilanciata nei suoi ingredienti, assicurargli una profilassi sanitaria, anche per la salute pubblica (vaccini, sverminazione, disinfestazione contro pulci e zecche), ma soprattutto comprendere, come faremmo con chi consideriamo amico, il suo punto di vista. Non ha alcuna giustificazione l’uso di tecniche violente per farlo smettere di abbaiare e farci obbedire per situazioni che in natura non esistono (uso del collare a strangolo, collare elettrico), quando in natura, sicurezza e protezione sono alla base della crescita di una cucciolata di lupi fino al raggiungimento dell’anno di età. Il potere in una relazione non risolve nulla, spesso acuisce i problemi.
Conoscere la mente del cane significa non solo costruire un rapporto fatto di fiducia, ma affinare anche la sintonia per prevenire comportamenti indesiderabili, significa evitare l’istigazione all’aggressività (con inutili giochi di lotta o manovre dolorose), conoscere le caratteristiche ed essere responsabili per la sua e altrui incolumità.
Essere competenti vuol dire conoscere, non in modo grossolano e superficiale, quella miriade di segnali che il cane ci manda, risolvere i conflitti e soprattutto evitare l’uso della punizione (spesso alla base di vecchi e inutili sistemi di addestramento)
La punizione fa perdere fiducia, “congela” la personalità e spesso promuove comportamenti aggressivi.
Ricordiamoci che la maggior parte di reazioni violente da parte del cane, compresi i morsi, avviene nei confronti della famiglia che vive con lui.
Per approfondimenti, informazioni e corsi: http://www.puca.eu
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