Amo ogni tipo di sport, perché mi piace misurarmi con me stesso, mettermi alla prova, soddisfare, se è possibile, il mio desiderio d’avventura, o fare esperienze inconsuete. Spesso ho perseguito questi obiettivi con caparbietà, incurante delle mie condizioni fisiche e con un certo amore per il rischio. In questa mia sete di sperimentare tutto sono approdato alla canoa quasi per caso, spinto da un gruppo di amici fiorentini, con i quali avevo fatto il progetto (mai realizzato) di percorrere, in canoa naturalmente, il tratto Venezia – Trieste.
Con un amico però, su una canoa canadese, ho disceso il torrente But da Paluzza facendo… naufragio (e non è stato il primo); è stata poi la volta del Cellina dove ho dovuto fare i conti con difficoltà anche di 3° grado; ed ancora del Lago di Barcis, dove ho percorso un fantastico canyon con relativa cascata. Ho anche partecipato a 3 campionati italiani di handycayak, ottenendo qualche discreto risultato. Dopo questa prima fase “eroica” mi sono accorto che non era tanto la competizione che mi interessava, quanto le possibilità che mi offriva la canoa come mezzo di trasporto versatile e maneggevole: potevo pagaiare con altri, penetrare in ambienti diversissimi tra di loro, spaziare dal torrente di montagna con i suoi salti, al fiume placido di pianura, alle acque immobili delle valli e delle lagune (consiglio a questo proposito il percorso Portogruaro – Caorle), sempre in silenzio, attorniato dal solo rumore dell’acqua, pronto a cogliere gli stimoli che vengono dall’ambiente circostante, con possibilità di guardare e di pensare.
Ho trovato una risposta adeguata a queste mie nuove istanze in una manifestazione “Il Sile per tutti”, nata ormai 17 anni fa, aperta a tutti, abili e disabili; ed è stato proprio il fatto, che l’iniziativa facesse leva su questo concetto di uguaglianza e di pari opportunità offerte a tutti, che mi ha affascinato e mi attrae ancora in modo particolare, tanto che ho coinvolto, in questa mia passione, familiari ed amici, arrivando al punto di riuscire a trascinare con me, negli anni, fino a 200 persone. Il partecipare a una manifestazione come quella citata, non competitiva e che ha il sapore di una festa sull’acqua, può essere un modo buono per avvicinarsi a questo sport, per conoscerlo da vicino, poi uno può decidere di coltivare la disciplina anche a livello agonistico o come meglio crede. A questo scopo segnalo che a Portogruaro esiste un “Canoa Club” a cui è possibile fare riferimento.
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