Non c’è alcun dubbio riguardo all’aggettivazione: si tratta proprio di un’altra riforma epocale, anche perché così se l’è definita il Ministro.
Con i governi Berlusconi si fanno solo cose epocali…, o non se ne fa nulla!
Dopo quella – pur essa “epocale” – della Brichetto Arnaboldi, (ai più nota col cognome del marito, tal Moratti), i tempi son di nuovo maturi: l’evo muta ancora.
Dopo più di mezzo secolo di quasi totale glaciazione, oggi nella scuola le ere si susseguono affannosamente accavallandosi l’una sull’altra. Dalle tre “i” per un solo alfabeto, che contrassegnavano i tempi delle vacche grasse, si passa alle odierne – epocali – vacche magre gelminiane: niente “i”, in tempo di crisi.
E meno “a”, meno “b”, meno “c”…
Ma, soprattutto, niente “m”!
La musica è completamente sparita da tutti gli indirizzi della scuola superiore.
Ma come? E il liceo musicale, il fiore all’occhiello dell’epocale?
Il Corriere della sera di sabato 10 aprile intitola un suo articolo sul fondo della prima pagina “Il liceo musicale fa il tutto esaurito”. Poi, offrendo la spalla alla réclame di governo, scrive: “Molto bene lo scientifico senza latino. Così così il nuovo artistico. Tutto esaurito al musicale e al coreutico […]”.
Ventotto licei in tutta Italia, per una disponibilità di massimo ottocento posti su una platea di più di cinquecentomila studenti in uscita dalla scuola secondaria di primo grado: solo uno studente e mezzo su mille può ambire a frequentare una prima classe di liceo musicale.
Sarebbe una notizia da prima pagina se “non” ci fosse il tutto esaurito!
Eppure a pagina 31 dello stesso numero del Corriere, si fa dire ad Harding (il celebre direttore d’orchestra) che “l’Italia è all’avanguardia”. Ma proseguendo nel testo, Harding afferma poi: “So quanto sia importante lo spazio riservato alla musica nella cultura italiana e questo per me è sempre stato fonte di ispirazione […]. Senza musica non esisterebbe cultura […]”.
Appunto: in Italia nel prossimo anno scolastico, con tutta questa musica, avremo dunque uno 0,16 per cento di cultura (non in più, in totale: tale è la percentuale ottimistica dell’incidenza del Liceo musicale nel panorama delle scelte possibili). Maestro Harding: è questa l’Avanguardia che tanto ci invidia?
In compenso non si sanerà assolutamente l’ignoranza musicale degli altri licei: si è anzi provveduto ad eliminarne l’insegnamento dall’unica scuola secondaria superiore in cui resisteva, il liceo psico-pedagogico.
E così, per esempio, il futuro studente del Liceo artistico ad indirizzo audiovisivo (si noti l'”audio”) e multimediale non dovrà naturalmente acquisire competenze musicali specifiche. Ma perché mai dovrebbe?, son tutti capaci di suonarsi quattro accordi sulla chitarrina o di strimpellare sulla tastiera le prime tre note di “Per Elisa”.
La musica è come le escort: poco dignitosa; se la si vuole, che la si paghi.
Non è necessaria. È un di più. Da tenere nascosta. Tutt’al più un riempitivo pubblicitario.
E pensare che a noi, delle basse sfere, bastava per esempio che si facessero funzionare i Laboratori musicali territoriali: opportune convenzioni tra gli Istituti superiori di una determinata area geografica avrebbero permesso la diffusione della cultura musicale ben oltre la torricciuola d’avorio di questo Liceo musicale. Qualsiasi studente di scuola superiore avrebbe potuto arricchire il proprio curriculum accedendo ad una struttura che non aveva bisogno di essere inventata ex-novo, ma solo di essere organizzata ed integrata nel complesso dell’istruzione secondaria.
Certo, alla base di tutto c’è anche l’arrogante presunzione che qualsiasi innovazione possa essere “senza oneri aggiuntivi”: tutti son capaci di far belle cose spendendo e spandendo.
Ma in tal caso non sarebbero certo cose “epocali”!
E a quelli delle alte sfere interessano solo le egregie cose capaci di eternare il loro nome nella memoria dei posteri: tra qualche anno – nell’epoca prossimo-ventura che già incalza – il nome di Beethoven sarà definitivamente scomparso e finalmente potrà sovranamente brillare, nella sfera più elevata, quello di Maria Stella!
Noi potremo solo uscire a guardare, muti e attoniti, là in alto.
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