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Scuola dicendo…

Riceviamo e volentieri pubblichiamo…

Dopo aver letto l’articolo apparso sul vostro giornale sulla Riforma Moratti, vorrei esprimere le sensazioni che sto provando come genitore da quando si è cominciato a parlare di questa riforma. Parto dal presupposto che, per me, la scuola, essendo un diritto di tutti, debba essere pubblica. Solo l’istituzione pubblica, infatti, in un paese democratico, è in grado di garantire le stesse prestazioni a tutti, anche se di razza, ceto, religione o credo politico diverso e di aiutare coloro che vivono una situazione di disagio fisico o psicologico.

Questa Riforma, invece, che sottrae risorse alla scuola pubblica e le trasferisce al privato, sta trasformando la scuola in un’impresa che, come tale, deve seguire le leggi del mercato Soltanto chi è naturalmente dotato o chi ha i soldi per potersi comprare l’istruzione potrà progredire; chi è in una situazione di difficoltà, non essendo un investimento redditizio, resterà un cittadino di serie B. Delle tre “I” tanto decantate dalla riforma -Inglese- Informatica- Impresa- quest’ultima mi sembra l’unica realmente riuscita. Le ore di inglese, nella nostra realtà, sono infatti diminuite rispetto al passato e l’informatica si svolge in laboratori dotati spesso di macchine obsolete o addirittura mancanti.

Ma la cosa che più mi preoccupa è il torpore e la rassegnazione con cui la gente sta vivendo questa situazione, senza rendersi conto che una scuola che si basa solo sul profitto e non ha il tempo e la volontà di formare le coscienze trasforma il popolo in una massa pronta ad applaudire al personaggio che meglio sa proporre la sua immagine e incapace di costruire, con le proprie forze, un futuro migliore. Voglio però sperare che le persone che la pensano come me continuino a far sentire la loro voce e che chi ci governa sappia ascoltare ed agire per garantire un’adeguata crescita culturale alle giovani generazioni, nella consapevolezza che è per il bene di tutti.

E parlando di scuola, vorrei concludere con un ringraziamento ad un giovane professore di lettere che ho avuto la fortuna di incontrare nella mia vita di studente della scuola media, il quale parlandoci dei valori della pace, della fratellanza e della libertà con le parole delle canzoni di Fabrizio De Andrè mi ha insegnato, oltre che all’italiano e al latino, il rispetto per me stessa e per gli altri.

Lorella Venaruzzo

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Scuola dicendo – Parliamo di scuola…

Mi sono posta due domande quando si è parlato di riforma della scuola.

Cosa significa riforma?
Perché l’esigenza di una riforma?

Al primo quesito mi è venuto in aiuto il vocabolario che così enuncia:
RIFORMA – Atto del riformare per dare un ordine nuovo e migliore, per trasformare una situazione, una società.

Ovviamente l’oggettività che cercavo nella definizione è messa in discussione  dal termine migliore, poiché ciascuno di noi esprime idee diverse in ordine a tale aggettivo.
La scuola dell’infanzia, elementare e media hanno subito nel tempo, modifiche nei programmi e nell’impianto; le più significative sono state: 1974 i Decreti delegati ; 77 Nuova scheda di valutazione senza voti e inserimento degli alunni diversamente abili; 79 Nuovi programmi della Scuola media; 85 I Nuovi programmi didattici nella Scuola elementare; 90 Introduzione del modulo: più insegnanti nelle classi della scuola elementare; 91 Nuovi programmi per la Scuola dell’Infanzia .
Che necessità c’era di riformare la scuola dell’obbligo dal momento che funzionava bene e che anche all’estero aveva ottenuto dei riconoscimenti positivi?
Io credo che la scuola sia una risorsa di tutti, una garanzia democratica, il motore di crescita e di sviluppo di una società e che perciò deve riguardare tutti in quanto ne va del nostro futuro e quello dei nostri figli.

E’ chiaro che a monte di ogni riforma c’è una visione ideologica della società e in primis della scuola ed è proprio per questo che un cambiamento di tale portata dovrebbe comportare:
Un coinvolgimento di tutte le componenti sociali, genitori ed insegnanti,esperti del settore in un ampio dibattito che faccia emergere le esigenze e le finalità che la società tutta persegue.
Un periodo di informazione — sperimentazione da cui emergano indicazioni e correttivi.

Tutto questo, in realtà, non è avvenuto con la Riforma Moratti (Legge n°53 /2003) già avviata nella Scuola primaria e che investirà anche la Scuola superiore.