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Visita guidata alla mostra “La ragazza con l’orecchino di perla”, Bologna

Come pubblicato sulla nostra pagina facebook, segnaliamo a tutti i potenziali interessati che, a grandissima richiesta, abbiamo organizzato per domenica 18 maggio 2014 una visita guidata alla mostra “La ragazza con l’orecchino di perla, il mito della Golden Age, da Vermeer a Rembrandt, capolavori del Mauritshuis” al Palazzo Fava di Bologna.

(link al catalogo)

Olio su tela, cm 44,5×39

Ragazza col turbante, 1665-1666
Olio su tela, cm 44,5×39

La ragazza con l’orecchino di perla. Pochi altri titoli al mondo evocano, come questo, il senso di una immediata riconoscibilità, di una conoscenza acquisita, di una bellezza suprema e misteriosa.
Assieme alla Gioconda e all’Urlo, si tratta del quadro più conosciuto e più amato nel mondo.
Conservato a L’Aia, al Mauritshuis, fa di quella città olandese uno dei luoghi maggiormente visitati.
Da un paio d’anni il Mauritshuis è chiuso per restauro.
La direzione del museo ha concepito l’idea, che una parte, strepitosa, della collezione prendesse le vie del mondo.
E in questa parte, è inclusa proprio La ragazza con l’orecchino di perla.
Così si è aperta la possibilità che il dipinto, prima di rientrare in Olanda definitivamente e dal Mauritshuis mai più muoversi, potesse toccare un’ultima sede.
La direzione del Mauritshuis ha inteso proporci l’occasione incredibile di avere in Italia, come unica opportunità in Europa, la mostra con La ragazza con l’orecchino di perla.
Spostare un capolavoro del genere, simbolo dell’intera storia dell’arte, non è ovviamente semplice, né cosa che accada tutti i giorni. Anzi, una sola volta nella vita. Adesso e poi mai più.
Due parole sulla mostra. Sono state selezionate un gruppo di 37 opere di qualità eccelsa; a raccontare non solo l’evento legato alla presenza della Ragazza con l’orecchino di perla, ma anche l’intero secolo XVII in Olanda, la cosiddetta Golden Age.
Un’imperdibile occasione per vedere a confronto con Vermeer anche Rembrandt. Ma poi, da Hals a Ter Borch, da Claesz a Van Goyen, da Van Honthorst a Hobbema, da Van Ruisdael a Steen, l’intero secolo sarà così ripercorso attraverso i capolavori del Mauritshuis.

Il prezzo è contenuto (comprende autobus e visita guidata, partenza ore 7:00 da Piazza San Giusto a Gruaro; pranzo autonomo), quindi se siete interessati PRENOTATE !!

Per ulteriori informazioni o per aderire, potete commentare di seguito, contattarci, inviare un’e-mail a: info[at]laruotagruaro.it, joyofliving[at]libero.itmavi2219[at]libero.it, telefonare al  347 8832885 (Gioia) o al 368 3599006 (Luisella).

Il sito della mostra:

(link al catalogo)

Il sito web di Palazzo Fava:

http://www.genusbononiae.it/index.php?pag=26

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Visita guidata alla mostra “Matisse, la figura” e Palazzo Schifanoia, Ferrara

Come pubblicato sulla nostra pagina facebook, segnalo a tutti i potenziali interessati che stiamo organizzando per domenica 6 aprile 2014 una visita guidata alla mostra “Matisse, la figura. La forza della linea, l’emozione del colore″ al Palazzo dei Diamanti ed una successiva visita guidata al Palazzo Schifanoia di Ferrara.

Dal sito della mostra:

Joaquina, 1911
Olio su tela, cm 55 x 38,5 Praga, Narodni Galerie

“Quel che più mi interessa non è né la natura morta, né il paesaggio, ma la figura.
La figura mi permette ben più degli altri temi di esprimere il sentimento, diciamo religioso, che ho della vita.
Henri Matisse, 1908

Il genio di Matisse ha cambiato il corso dell’arte del Novecento, imprimendo la sua visione nuova ad ogni genere artistico. Nessuno di questi, però, l’ha affascinato quanto la rappresentazione della figura, soprattutto femminile, al punto da impegnarlo per l’intero arco della sua carriera in una ricerca incessante attraverso tutte le tecniche. A questo tema fondamentale è ispirata la mostra che Palazzo dei Diamanti dedica ad un gigante della storia dell’arte moderna.
Oltre cento dipinti, sculture e opere su carta racconteranno l’avventura creativa grazie alla quale Matisse ha dato forma tangibile all’emozione risvegliata dai suoi modelli e al piacere stesso di ritrarli. Un’esplosione di gioiosa vitalità accende le icone giovanili, raggianti di colori puri, e fa danzare l’arabesco dei corpi nei capolavori della prima maturità. Lo stesso slancio percorre le opere dell’ultima fase, dove gli oggetti e l’ambiente sembrano risuonare dell’energia emanata dalla figura.

Il prezzo è contenuto (comprende autobus e visite guidate, partenza ore 8:00 da Piazza San Giusto a Gruaro; pranzo autonomo), quindi se siete interessati PRENOTATE !!

Per ulteriori informazioni o per aderire, potete commentare di seguito, contattarci, inviare un’e-mail a joyofliving[at]libero.itmavi2219[at]libero.it, telefonare al  347 8832885 (Gioia) o al 368 3599006 (Luisella).

Il sito della mostra:

http://www.palazzodiamanti.it/

Il sito web di Palazzo Schifanoia:

http://www.artecultura.fe.it/72/storia-di-palazzo-schifanoia

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Auguri!

Stella di NataleUn foglio
Questo foglio. Battuto per tre quarti
dalla luce. Nella sua luce cresca
l’incerto zampettio delle parole.
Pierluigi Cappello, da “La misura dell’erba (1993-1998) / Il settimo cielo”

Gli auguri sono parole, la poesia è emozione. A tutti i soci e amici de “La Ruota” auguriamo un 2014 di felici e gratificanti emozioni.

I nostri prossimi appuntamenti:
venerdì 24 gennaio 2014, ore 20.45: assemblea annuale dell’associazione presso la Sala delle Associazioni in Borgo del Castello Medievale a Gruaro.
sabato 15 febbraio 2014, ore 20.45:   lettura scenica “Il mio nome è Eva”, presso la Sala consiliare del Comune di Gruaro, a cura di Mariella Collovini.

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“La vita di Adele – Capitoli 1 & 2” di Abdellatif Kechiche

Lo scrivo da subito: “La vita di Adele – Capitoli 1 & 2” di Abdellatif Kechiche (liberamente ispirato al romanzo a fumetti “Il blu è un colore caldo” di Julie Maroh) è un film distantissimo dai miei gusti, interessi o idee, ma è un grande film, ed una meritatissima Palma d’Oro al Festival del Cinema di Cannes 2013.

E non lo è tanto per l’ambientazione o la critica alle classi intellettuali e privilegiate di Lille, quanto per l’incredibile capacità che il regista dimostra ancora una volta (vedi L’esquive o La graine et le mulet) nel dirigere i propri interpreti, nello specifico le splendide Léa Seydoux e Adèle Exarchopoulos, che qui gli si concedono totalmente e letteralmente. Questo rapporto di empatia “discendente” (nel senso più etimologico del termine) tra l’autore e le protagoniste, in cui la fortissima personalità del primo va dispiegandosi e confondendosi nelle attrici, produce forse la miglior applicazione del “metodo Stanislavskij” che si sia vista al cinema negli ultimi anni. Vista la profondità e qualità delle loro interpretazioni, mi domando quanto abbiano impiegato le due giovani donne ad “uscire” dai rispettivi personaggi e dalla propria relazione, ma una cosa è certa: se l’egocentrico Kechiche è riuscito a spingerle ad un tale livello di complicità e fiducia, deve essere un fine conoscitore delle dinamiche psicologiche femminili (oppure un sadico despota come accusa la Seydoux…). Proprio in questo risiedono i recenti e tristi dissapori che hanno accompagnato l’uscita internazionale del film.

Venendo all’opera, la storia di Adele cattura non tanto per quel che le accade (banalmente: un amore), quanto per quel che cerca e le viene offerto. E cosa cerca Adele? Cosa le manca? E soprattutto, cosa trova?

Kechiche è molto attento nel definirla: Adele è una liceale immatura ed imperfetta, affine alle proprie coetanee, piena delle contraddizioni, pulsioni e pregiudizi dell’età e del genere; ha un fantastico rapporto con il cibo (quasi feticistiche le continue riprese della sua bocca) e con il proprio corpo ed è in pace con la propria famiglia e la propria classe sociale (lavoratori un po’ petit bourgeois).

Insomma è una di quelle ragazze semplici, perfettamente inserite nella “medietà” scolastica, e sociale, e politica, che non brillano certo per passione o impeto o stimolo intellettuale (però “ti ho inserito nel gruppo delle più carine della classe” le riferisce candidamente una compagna di classe).

Il suo sogno è di fare la maestra, perché “la scuola mi ha dato tanto” e perché ama i bambini.

Poi accade l’irreparabile: la visione, fugace e casuale, di una donna dai capelli blu (“La vie d’Adèle – chapitres 1 et 2 – Le bleu est une couleur chaude” è il titolo originale e completo del film) mette profondamente in discussione le sue certezze ed identità. (1)

A partire da tale visione, e dal successivo incontro con la pittrice Emma, più volte evitato ma pervicacemente cercato, Adele entra in un mondo che non aveva mai conosciuto: dove si discetta di esistenzialismo in Jean-Paul Sartre, delle opere “floreali” di Gustav Klimt o delle pose deformi di Egon Schiele, dove si citano i classici della letteratura e dove è inconcepibile che un talento artistico possa rimanere sprecato. A questo mondo ella si abbandona gioiosamente e placidamente, scoprendo la tenerezza e la delicatezza di un amore puro, e quella passione erotica inebriante e totalizzante che tanto aveva desiderato e sperimentato, con deludenti risultati, in precedenza.

È proprio nelle splendide (anche se molto “montate”) scene di sesso tra Adele ed Emma che il film raggiunge il suo picco sentimentale e narrativo: nelle imperfezioni, nell’ossessiva ricerca e nel naturale intrecciarsi dei loro corpi vi è un che di liberatorio, di pacificatorio e di spirituale; nei loro continui orgasmi una citazione del mito di Tiresia (2), la pura e semplice concretizzazione del desiderio, così distanti dal sesso conturbante e disturbante di un Lars von Trier, ad esempio.

Sarà sempre il sesso, più che le affinità, ad unirle, e via via che la relazione matura e le differenze di classe si acuiscono, passando per esperienze ed incontri non alla portata di Adele, o che per inadeguatezza rifugge, il loro amore diventerà una sorta di àncora a cui aggrapparsi e dedicarsi totalmente.

Quindi Kechiche prima suggerisce, poi evidenzia ed infine declina tutte le difficoltà insite in una relazione non paritaria, mostrando non tanto una banale crisi di amore, quanto una vera e propria apocalisse (anche qui, nel senso più etimologico del termine) sentimentale della propria eroina. Emma esce di scena, per divenire la presenza fantasmagorica di Adele.

L’ultima parte del film non la svelo, essa ricopre un periodo di circa 3 anni, nei quali da ragazza imperfetta Adele si trasforma in donna imperfetta, mantenendo intatto il proprio fascino. Talora un’imperfezione d’animo può contaminare l’intero carattere e nella nuova Adele le stigmate del passato ostacolano la sua realizzazione, che risente dell’incompiutezza di un percorso, quantomeno potenziale, che le era stato offerto.

In tale senso la vicenda si dipana nell’esatto opposto del bildungsroman (3) classico, perché l’autore franco-tunisino non fa sconti alla propria eroina, ma ad Adele ed Emma riserverà ancora una volta uno sguardo delicato con la scena più appassionata e sublime dell’intero film, che ovviamente non posso raccontare.

Infine qualche piccola annotazione tecnica: ottima scelta l’utilizzo della camera a mano e la prossimità ai soggetti, con l’insistenza di primi e primissimi piani (4). Già citate le ossessive inquadrature della bocca di Adele e del cibo in generale (povere ostriche!), altrettanto significative sono le ripetizioni di medesime pose in ambienti e situazioni differenti, a delineare lo scorrere del tempo. Le riprese a scuola e la bellezza degli studenti richiamano invece alla memoria le fantastiche sequenze del già citato L’esquive. In un certo senso si può dire che la scrittura visiva di Kechiche sia più che intima, al limite dell’impudico, quasi pornografica.

La fotografia del fidato Sofian El Fani è molto curata, talora concede qualcosa al formalismo (penso alle scene del parco), ma i corpi e gli amplessi hanno pochi filtri, con tanto di “difetti” e umori e sudori. Ottimo il montaggio: a quanto pare la versione uscita è stata molto rimaneggiata rispetto all’anteprima di Cannes, e si nota l’attenzione riservata al ritmo della pellicola, la cui durata di tre ore non ostacola l’attenzione.

Miglior film del 2013, senza alcun dubbio.

Note:

(1) in questo sono precursori gli iniziali rimandi letterari al libro preferito di Adele: “La vie di Marianne” di Pierre de Marivaux o le passioni sessuali espresse nelle liriche di Francis Ponge, che però la Nostra -distratta- non coglie.

(2) disse Tiresia a Zeus: “il piacere sessuale si compone di dieci parti: l’uomo ne prova solo una e la donna nove”.

(3) romanzo di formazione, ndr.

(4) la pellicola è praticamente priva di campi medi o lunghi: i Maestri Jean-Pierre e Luc Dardenne hanno fatto scuola, e Kechiche ne interpreta peculiarmente la lezione.

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Presentazione del libro “No Disc” di Maja Daneluzzi

Salve a tutti!

18-10-2013_copertina_No Disc_smallVenerdì 18 ottobre 2013 alle ore 20:45, presso la Villa Ronzani di Giai di Gruaro, siamo lieti di ospitare la nostra concittadina Maja Daneluzzi, per la presentazione del suo primo romanzo: “No Disc”, Edizioni Arpeggio Libero.

La scheda del libro dal sito dell’editore:

“Stefano, ingegnere informatico che vive a New York, è costretto a un improvviso rientro in Italia per assistere al funerale di un’amica di infanzia che si è suicidata.
La ragazza, ha voluto essere sepolta in un paesino dove trascorreva le vacanze estive in compagnia degli amici d’infanzia, ma non ha lasciato alcuno scritto per gli amici stessi.
Stefano non è convinto di tutto ciò e si lancia in una personalissima inchiesta per cercare di scoprire qualcosa di più sui motivi che hanno spinto Eva a quell’ultimo disperato gesto.
Non tutto è chiaro come sembra…
*    *    *
Le posizioni surreali che assumiamo nel tentativo di dormire stimolano, non appena ci slacciamo dalla realtà, la produzione di sogni imbevuti di assurdità rendendo il ritorno nel mondo ben poco rilassante.
«Hey, you! Where are you going?»
Me l’avrà ripetuta dieci volte, ormai. Apro gli occhi con fatica, rubando alla fonte del mio disturbo solo qualche secondo per pensare se ho davvero voglia di farne la conoscenza. Ad un centimetro dal mio naso un bambino formato Mc Donald’s mi guarda incuriosito e ripete più volte la domanda che pare stargli a cuore, piantandomi addosso i suoi occhi scuri come picchetti nel cuore di un vampiro. Impiego un po’ a tornare al mondo e a tracciare il disegno in cui la realtà mi aveva inserito, dolcemente, con un calcio nel culo.

La serata sarà introdotta dal sig. Dario Bigattin e curata dal prof. Carlo Pietro Begotti, che intervisterà l’autrice, per poi dare libero spazio alle domande e curiosità del pubblico.

Al termine verrà allestito un piccolo rinfresco, unitamente alla possibilità di acquistare alcune copie del libro.

Allego la locandina dell’evento e invito come sempre a segnalare la serata.

  presentazione 'No Disc' di Maja Daneluzzi (275,0 KiB, 10 download)
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Visita guidata alla mostra “Il cammino di Pietro”, Illegio

Come pubblicato sulla nostra pagina facebook, segnalo a tutti i potenziali interessati che stiamo organizzando per domenica 23 giugno 2013 una visita guidata alla mostra “Il cammino di Pietro”, a Illegio, Tolmezzo.

Dal comunicato stampa del Comitato San Floriano:

guercino_le-lacrime-di-pietro-1650-circaVoluta dal Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione – responsabile degli eventi dell’Anno della Fede -, la mostra “Il Cammino di Pietro”, curata dal Comitato di San Floriano, giunge a Illegio dopo essere stata proposta a Castel Sant’Angelo a Roma.
La mostra, rispetto alla versione esposta a Roma, si arricchisce di 14 opere nuove, ben più di quelle inizialmente disponibili per il prolungamento friulano dell’esposizione.
Quaranta opere, da Oriente e Occidente, che percorrono la storia della cristianità dal IV fino al XX secolo: dipinti e sculture di artisti d’eccezione quali Lorenzo Veneziano, Benvenuto Tisi detto il Garofalo, Gerrit van Honthorst, il Guercino, Simon Vouet, Battista Caracciolo, Dirk Van Baburen, Mattia Preti, Vasilij Dmitrievic Polenov, Eugéne Burnand. Tra le opere in esposizione, diversi inediti che saranno di particolare interesse per gli storici dell’arte.
Dal punto di vista strettamente artistico, la mostra si pone l’obiettivo di confrontare le principali iconografie della figura di Pietro, nell’accostamento di stili, scuole e autori provenienti da tutta Europa, raccontando l’evoluzione dei linguaggi artistici e simbolici dedicati alla narrazione agiografica esemplare della fede del principe degli Apostoli. Opere che catturano il visitatore e lo rendono protagonista insieme all’apostolo Pietro del suo percorso interiore.

Dopo la mostra ci recheremo a Osoppo, per una visita alla Fortezza e ai camminamenti.

Il prezzo è contenuto (comprende autobus e visite guidate, partenza ore 8:00 da Piazza San Giusto a Gruaro, pranzo incluso ma opzionale).

Per ulteriori informazioni o per aderire, entro il 9 giugno 2013, potete commentare di seguito, contattarci, inviare un’e-mail a mavi2219[at]libero.it o a joyofliving[at]libero.it o telefonare a Luisella al 368 3599006 o a Gioia al 347 8832885.

Il sito della mostra: http://www.illegio.it/

Aderite numerosi!

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Presentazione del libro “Pedalando con gli dei” di Paolo Venti

Venerdì 10 maggio 2013 alle ore 20:45, presso la Villa Ronzani di Giai di Gruaro, il prof. Paolo Venti verrà a raccontarci il suo avventuroso viaggio in bicicletta verso la Grecia, presentandoci il volume: “Pedalando con gli dei. Viaggio in bicicletta dal Nordest alla Grecia inseguito dalle ire di Poseidone”, ediciclo editore.

La scheda del libro dal sito dell’editore:

10-05-2013_locandina_pedalando-con-gli-dei_cover

La meta è Atene, là dove si addensa quel retaggio di cultura e di mito che ha fatto noi Occidentali, e più dentro ancora nel mito la destinazione è Maratona, là dove duemilacinquecento anni fa si è decisa la nostra
differenza dagli altri. Per arrivarci devi costeggiare quell’Adriatico che è così vicino all’Italia ma che per tanti versi è altro mondo.
Curiosa ambivalenza per cui il mare unisce ma al di là continua a esserci deserto, guerra, strade bianche e rocce calcinate. La guerra dei Balcani non è così lontana e se guardi bene una terra ne trovi ovunque. E poi c’è l’Albania, che è Occidente ma è ancora percepita dai più come pericolosa, arretrata, fuori dal tempo, decisamente ignota. È questa idea che ha fatto partire Paolo Venti, l’idea di arrivare alla patria sognata della classicità attraversando la barbarie moderna o quella che spesso viene identificata come tale. Per poi scoprire che avvicinandosi alle cose le differenze sfumano, senza bisogno di retorica o buonismo. La bicicletta obbliga a stare accanto alla gente, soprattutto se si viaggia con una tendina da quattro soldi, se si dorme negli orti o in qualche stradina poco frequentata, se sudati di pedali si incontra gente sudata di lavoro e si finisce a bere birra come se ci si conoscesse da sempre. Senza sapere una parola della loro lingua, con la sensazione di avere così tanto in comune da potersi capire bene a gesti e pacche sulle spalle. Viaggiare così è girare nel tempo, dalla Tirana di Hoxha all’Atene di Pericle, dall’Itaca di Ulisse al ponte di Mostar bombardato e ricostruito.

Allego la locandina dell’evento e vi invito come sempre a segnalare la serata.

  'Pedalando con gli dei' di Paolo Venti (468,4 KiB, 18 download)
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Mostra personale di Infantíno, 3-31 maggio 2013, Portogruaro

Volentieri segnaliamo la personale del nostro sodale Infantíno.

Personale Infantino Portogruaro

Autodidatta, Infantíno da tempo coltiva – seppure saltuariamente – il piacere del dipingere, nella consapevolezza però di non avere nulla della figura eccentrica dell’artista, incoraggiato comunque dal sostegno di amici e sodali, estimatori della sua sporadica produzione.

Si presenta ancora una volta “Ai Portici” con una serie di acquarelli per l’affettuosa pressione dei suoi quattro estimatori.

La sua visione tradizionale dell’arte è radicata nell’antica idea italiana della solidità originaria delle cose visibili e ruota intorno al concetto che nel loro muto e solenne rapporto con l’uomo, che ci sta di fronte, sia racchiusa una realtà altra, seconda.

L’occhio umano si accentra sulla tacita vita delle cose, dei paesaggi o delle figure e vi si immerge incondizionato in un silenzio senza inquietudine.

per arrivare: http://www.aiportici.net/info.htm

  Personale Infantíno 'Ai Portici', Portogruaro (912,3 KiB, 445 download)

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“Calli e campielli di Venezia”, a cura di Lucia Crovato

Una veneziana racconta Venezia!

Attraverso le foto di Lucia Crovato, scopriremo angoli e scorci poco conosciuti del capoluogo veneto.

La serata si terrà venerdì 15 febbraio 2013 alle ore 20.45 presso la Villa Ronzani di Giai di Gruaro.

Allego la locandina dell’evento ed invito tutti a segnalare la serata.

  'Calli e campielli di Venezia', di Lucia Crovato (590,4 KiB, 21 download)
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Presentazione del libro “Mio padre votava Berlinguer”, di Pino Roveredo

Pino Roveredo ospite de La Ruota!

Dopo la presentazione con Paolo Rossi a Pordenone Legge 2012, siamo orgogliosi di ospitare anche a Gruaro l’autore del libro “Mio padre votava Berlinguer”.

L’incontro si terrà venerdì 19 ottobre 2012 alle ore 20:45 presso il Bar Trattoria Centrale di Gruaro e sarà possibile acquistare il volume.

Dalla scheda del libro dell’editore Bompiani:

“Continuo a scrivere papà, scrivere veloce, con la parola che attacca la parola, la riga che rincorre la riga, con lo spazio che si accorcia, e con le cose da dire che pretendono di essere raccontate.” È una confessione al padre, questo libro. Un padre operaio-calzolaio sordomuto, scomparso, ma che è ancora vivo nel ricordo e nelle parole di chi ha preso la penna per fissarlo per sempre, per iscriverlo nei dati sfuggenti della vita. È un padre, quello di cui si parla, che votava Berlinguer, ma, prima che per una scelta ideologica, per la consapevolezza che lui era “una brava persona”. Un buon padre, certo, anche se l’alcol era una delle sue debolezze. E un figlio che ripercorre una sua vita di cadute e risalite, private e pubbliche, alla luce del sole Pino Roveredo in questo nuovo libro racconta se stesso più che mai. È lo scrittore che ha molto vissuto, lirico, duro e puro.

Pino Roveredo è nato nel 1954 a Trieste da una famiglia di artigiani: il padre era calzolaio. Dopo varie esperienze (e salite) di vita, ha lavorato per anni in fabbrica. Operatore di strada, scrittore e giornalista, collaboratore del “Piccolo” di Trieste, fa parte di varie organizzazioni umanitarie che operano in favore delle categorie disagiate. Tra le sue opere, “Schizzi di vino in brodo” (2000), “Ballando con Cecilia” (2000), da cui lui stesso ha tratto una stesura teatrale rappresentata al Festival di Todi. Bompiani ha pubblicato “Mandami a dire” (2005, Premio Campiello, Premio Predazzo, Premio Anmil, Premio “Il campione”), “Capriole in salita” (2006), “Attenti alle rose” (2009). “Caracreatura” ha vinto il Premio Torre di Castruccio 2008. “Attenti alle rose” ha vinto i premi: La Lizza d’oro di Massa Carrara e il Premio “Giuseppa Giusti” di Monsummano.

Allego la locandina dell’evento ed invito tutti a segnalare la serata.

p.s. con questa serata riprendiamo la nostra attività dopo la pausa estiva e per l’occasione festeggeremo con un brindisi, speriamo pertanto di incontrarvi numerosi!

  'Mio padre votava Berlinguer', di Pino Roveredo (380,6 KiB, 31 download)
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