Bagnara

  • Via Ippolito Nievo e via Pisana: nome della protagonista del romanzo “Le Confessioni di un Italiano” di I. Nievo, pubblicato postumo nel 1867, con il nome di “Le Confessioni di un ottuagenario“. Scrittore e patriota mazziniano (Padova, 1831 – Mar Tirreno, 1861), appena sedicenne si arruolò nella guardia civica a Modena dopo la rivolta del ’48. Partecipò alla spedizione dei Mille con Garibaldi; di ritorno sul Continente morì nel naufragio della nave Ercole presso Ischia. La sua breve attività letteraria fu molto intensa. Compose drammi teatrali, opere poetiche, racconti, opere politiche.
    Scrisse il suo romanzo più famoso in pochi mesi, tra il ‘57 e il ‘58, in cui il Nievo riprende lo schema del romanzo storico: accanto ad una vicenda biografica immaginaria, si svolge la rappresentazione di quasi un cinquantennio di storia italiana, dagli ultimi anni del ‘700 agli albori del Risorgimento. Il centro del racconto si svolge nel castello di Fratta (località di Fossalta di Portogruaro), dove, nello sgretolarsi del vecchio mondo feudale, si inseriscono accanto agli avvenimenti politici del tempo, gli amori infantili di Carlino e della Pisana.
  • Via Gian Battista Donato: poeta (Venezia, 1534 – Bagnara, 1604). Figlio naturale di Alvise Donà, nobile veneziano, e di una fanciulla di condizioni civili. Come trascorse i primi anni, non si sa, ma probabilmente furono anni osteggiati dalla famiglia legittima. Giovanni Battista Donato frequentò sicuramente scuole che gli fornirono una discreta formazione umanistica e giuridica, in grado di consentirgli un futuro da renderlo autosufficiente. Poco più che ragazzo G.B. dovette lasciare Venezia e trasferirsi a Gruaro, in un possedimento di modeste proporzioni di proprietà di Alvise Donà. Alla morte del padre, dovette cercarsi un’occupazione e trovò un impiego alla dogana di Portogruaro che gli consentì di mantenere la famiglia e i figli. A causa di una malattia  venerea dovette lasciare il posto di doganiere e procurarsi un posto di maestro di scuola a Caorle. Sempre afflitto da ristrettezze economiche, per arrotondare i proventi del piccolo podere, si cimentò in vari mestieri tra cui l’oste e il fornaio e la stesura di vari atti notarili.
    La sua produzione poetica e letteraria, che risente degli avvenimenti politici che si sono succeduti nella sua non sempre facile esistenza, è conservata nella biblioteca del Seminario Arcivescovile di Udine in un codice cartaceo restaurato dopo il terremoto del 1976. L’opera del Donato presenta un carattere episodico, occasionale, mancante di un filo conduttore con contenuti che parlano dei campi, la terra, l’amore, la malattia, le curiosità scientifiche, la religiosità sperimentando vari registri linguistici: il volgare, il friulano, il latino, il veneziano…
    Per chi volesse saperne di più, può approfondire con la pubblicazione, che porta il suo nome, curata da Ariego Rizzetto e pubblicata con il patrocinio del Comune di Gruaro e della provincia di Venezia.

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