Emma Marrone ad Annozero

Ebbene sì. Ammetto la mia ignoranza. Prima di ieri sera ed Annozero, non ero consapevole dell’esistenza (e fama) di una giovane cantautrice rispondente all’appellativo di Emma Marrone.

La puntata di ieri sera della trasmissione di Michele Santoro parte infatti spumeggiante, con una ballata dedicata a Sacco e Vanzetti, da ella cantata.

Sono entusiasta, e non solo per le nostalgiche attrazioni bakuniane di gioventù, “Wow, una giovine anarchica all’interno dello showbiz!”, mi sono detto. Visto poi lo scarso seguito che da sempre le “eretiche” idee anarcoidi hanno avuto nella storia e vista la rappresentazione che oggi se ne fa (anarchico = black bloc), ho ammirato dentro me la scelta di ospitare una rappresentante di un mondo così distante da quello “consuetudinario”.

Purtroppo i primi dubbi di aver frainteso qualcosa li ho avuti poco dopo, quando, a precisa domanda di Giulia Innocenzi se fosse anarchica, la signorina ha risposto: “l’unica cosa in cui credo da qualche tempo è Dio, che è l’unica cosa certa”… e lì qualche sospetto m’è venuto.

Però ero ancora emozionato dalla rievocata (almeno da me) vicenda di Sacco e Vanzetti, quindi ho concluso che se dopotutto adesso ci si può definire “comunisti e cattolici” (Vendola dixit), magari si potrà pure dirsi “anarchici e credenti”. Massì, mi sono detto: ci sono tanti preti “anarchici”, pensa a Don Gallo, Padre Zanotelli, Don Ciotti, insomma l’importante è ciò che fai, non ciò che senti.

Inoltre mi piaceva, quel suo parlare terra terra, da “donna del popolo”, di una che non ha potuto studiare molto… (si scusava continuamente della sua scarsa proprietà lessicale) ed ero proprio incuriosito dal sentire cosa avesse da dire.

Poi ho letto che è diplomata al liceo classico, ed un po’ mi son sentito imbarazzato, perchè evidentemente la scuola non trasmette granchè; poi ahimè ho ascoltato cosa avesse da dire, e mi son sentito ancor più imbarazzato, per le seguenti ragioni.

Partendo da un'”arguta” osservazione sui giovani libici, a suo dire arrabbiati perchè cresciuti in famiglie sfinite dal clima di oppressione e dittatura, la signorina Marrone ha analizzato la situazione dei giovani italiani, i quali, sempre a suo dire, sarebbero cresciuti in famiglie dove la sterile e continua contrapposizione tra “destra” e “sinistra” ha impedito loro di ragionare, di parlarsi e di combattere uniti “per un futuro migliore” (diciamo così…).
Tralasciando i classici stereotipi sul vestiario di destra e sinistra, o le poco felici battute: “Alla fine siamo disoccupati di destra e disoccupati di sinistra, ma sempre disoccupati siamo”:  la cantautrice suggerisce che “noi” giovani dobbiamo unirci sopra qualsiasi differenza od opinione politico-ideologica (già trovarne, di giovani con idee politiche definite…).

Spietato, Santoro le ha ripetutamente chiesto: “ma uniti per fare che? Per ottenere cosa?”… e la risposta è stata: “la libertà di dire una cosa senza essere etichettati”… cioè il problema dei giovani sarebbe quello di essere definiti via via “fascisti” o “comunisti”…

Conclude infine il proprio intervento con un’altra geniale proposta: “facciamo un partito unico e cerchiamo di salvare l’Italia”. Cioè una bella dittatura e via!

Scusate, ma veramente: che pena… potrei capire se fosse una ragazzina, ma da quel che leggo è donna fatta e matura.

Quando sento discorsi come questo mi viene sempre in mente Nanni Moretti in Ecce Bombo: “te lo meriti Alberto Sordi, te lo meriti!”.

L’intervento di Emma Marrone ad Annozero, 3 marzo 2011

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