Perché tanta violenza sulle donne? Come mai si ripetono con tanta frequenza gli stupri? Forse che noi donne siamo diventate le prede su cui sfogare l’aggressività primordiale da parte dei maschi?
Sono passati invano gli anni della rivoluzione sessuale e dell’emancipazione femminile! Non si parla dei soli uomini “datati”, ma delle nuove generazioni che sembrano affette da un “male incurabile”: la sottocultura emotivo-affettiva.
Dagli anni ’80 in poi si è registrata una latitanza, un vuoto educativo in famiglia e nella società tutta, attente soprattutto alla tensione lavorativa e alla legittima ricerca del benessere.
Probabilmente le conquiste femminili hanno dato per scontato l’aspetto educativo nella falsa illusione che la legislazione potesse in qualche modo sostituire “naturalmente” il ruolo della famiglia.
Inconsapevolmente questo compito spesso è stato delegato ad altri sostituti, prima fra tutti, la Tv che come stiamo verificando quotidianamente, ci dà, della donna, un’immagine pessima, vista solo come oggetto di “consumo”.
Purtroppo la maturazione culturale e la responsabilità personale non si evolvono con gli stessi tempi dell’evoluzione sociale e dello sviluppo tecnologico. L’individuo ha percorsi più lunghi e complessi per poter sperare che si autoeduchi.
Si sente spesso parlare di valori da parte di tutti: psicologi, sociologi, religiosi, politici, ma in realtà ciò che viene trasmesso e recepito dai più è il degrado che parte dall’alto: la politica stessa chedovrebbe fungere da motore nel promuovere linguaggi, comportamenti e legislazioni rispettosi della dignità di tutte le categorie sociali, si presenta ipocritamente guidata da sole mire di potere o con battute tipo:- Dovremmo avere tanti soldati quante sono le belle donne in Italia!
C’è da stupirsi anche della modesta reazione da parte dei movimenti femminili e soprattutto delle giovani generazioni delle quali si vuol far passare solo l’inseguimento del facile successo su modelli veicolati dai “mass-media”; non esenti quest’ultimi dal riportare pure fatti violenti con una certa morbosità.
La riflessione sui valori riporta anche al ruolo del cosiddetto branco, poiché frequentemente la violenza sulla donna e sul debole, è frutto di “bravate” di gruppo proprio perché in questo modo viene a mancare la responsabilità individuale. Quest’ultima infatti costa in quanto comporta il porsi delle domande, il dover valutare e scegliere, perciò risulta più facile delegare e scaricare su altri la responsabilità.
Non possiamo continuare ad attribuire alla sola società tutti i mali che ci affliggono, non dobbiamo rifugiarci nel nostro piccolo mondo sperando che a noi le cose vadano sempre bene poiché ciascuno di noi è società e ciò che accade all’altro sempre prima o poi ci coinvolgerà.
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Ma cosa vogliono le donne? Rispetto, dolcezza, considerazione, educazione?
Mi sembra giusto. Mi dite allora come fanno a non riversarsi per le strade a milioni per smantellare i portoni di una certa villa di Arcore, rubata ad una minorenne. Come fanno a non sputare su fasciste come la Santanchè, simbolo della superficialità, della ricchezza, dell’ipocrisia quando dice di rappresentare le donne, lei che spende in una settimana in cosmetici di più di quanto prende una operaia in un’anno. Mi devono spiegare le donne che si lamentano della violenza come fanno a sopportare la ricompensa in portafogli da Ministri delle soubrette abili a fare passare ore liete ad un puttaniere che parla di famiglia faccendosi fotografare con escort sulle ginocchia? Cosa pretendete, Signore?. L’ho detto amia moglie: manco una pallina di mimosa fino a quando non ci si muove in risposta a questi insulti. Un albero intero in caso contrario! Se non sapete cosa fare, pensate a Clinton e a quanto a dovuto umiliarsi davanti alla Nazione, davanti a sua moglie, per un piccolo atto sessuale regalatogli da una maggiorenne. Invece qua, le donne votano e rivotano per un uomo che frequenta minorenni. Avete voluto la bicicletta…..
Claude Andreini