La cosiddetta “Venezia minore” possiede un fascino che, specialmente per chi conosce più in profondità la storia della “Serenissima Repubblica”, spesso supera quello assaporato da immagini forse troppo note e ripetutamente osservate in testi, quadri, guide turistiche. Pur riconoscendo che l’impatto reale con una piazza San Marco o una Punta della Dogana, come d’altronde con un’opera pittorica prima solo veduta stampata in un libro, crea un’emozione indimenticabile, sono più semplici, pure ed incontaminate le sensazioni che si provano nel visitare luoghi meno noti al turismo, ma palpitanti di antiche memorie, circondati da specchi d’acqua dove pare che il tempo si sia fermato. Qui l’angolazione da cui si osservano sulla linea dell’orizzonte i profili di palazzi, guglie e campanili veneziani rappresenta una novità assoluta per gli amanti della fotografia e per percepire in prospettiva diversa il respiro profondo dei secoli della storia.
Le isole minori della laguna di Venezia ci offrono tutte queste emozioni. Alcune purtroppo lasciate all’incuria e alla distruzione del tempo, altre recuperate e fatte rivivere anche con caratteristiche totalmente diverse da quelle originali, altre intatte e con al loro interno inestimabili valori storici ed artistici. E’ splendido immaginare come queste isole che fanno da contorno alla Regina dell’Adriatico un tempo fossero tutte popolate e brulicanti di vita e di barche, cariche di storia e tradizioni.
Cominciamo allora a conoscere meglio quelle meno note ed iniziamo con l’isola di Sant’Erasmo.
Quest’isola si trova nel tratto di laguna a nord di Venezia, al centro di un ideale triangolo formato dalle isole di Murano e Burano e dal litorale di Punta Sabbioni. E’ interessante rilevare il fatto che, anticamente, l’isola si affacciava direttamente sul Mare Adriatico e che, solo con la costruzione della diga nord del Lido di Venezia, si ritrovò in acque interamente lagunari. Fu popolata inizialmente dai fuggiaschi dell’entroterra, specialmente dagli abitanti di Altino. Una leggenda racconta che, durante la costruzione della chiesa, sarebbe stata miracolosamente rinvenuta una grande quantità d’oro. Quando era doge Paoluccio Anafesto era chiamata Pineta Maggiore, in riferimento alle selve citate in un documento del 1455 che decretava aspre sanzioni contro chi le avesse danneggiate. Nel 792 vi fu fondata una chiesa (consacrata ai SS. Martiri Erme ed Erasmo) sul sito di un preesistente luogo di eremitaggio, chiesa che venne restaurata nel XII secolo. L’isola geologicamente si ampliò quando il livello del mare, che si abbassava da decenni progressivamente, unì i vari affioramenti di modesta estensione che componevano il primo litorale. Verso la metà del XIII secolo la formazione dell’isola doveva essere oramai completata.
Durante la guerra di Chioggia fu occupata per breve tempo dai Genovesi e nello stesso periodo fu usata come cimitero per i morti della peste del 1348.
In seguito ebbe un periodo di fiorente sviluppo (gli archivi ricordano la presenza di alcuni mulini a vento), ma nel XVI secolo l’isola, in parte abbandonata in seguito ad un’epidemia, aveva oramai un connotato decisamente agricolo.
Nel 1820 venne intrapresa una politica di ripopolamento che portò Sant’Erasmo alle attuali condizioni. Sempre nell’Ottocento furono potenziate le già esistenti fortificazioni con la costruzione del Forte di Sant’Erasmo e dell’annessa Torre Massimiliana, massiccia fortificazione asburgica iniziata dai francesi e rifugio dell’imperatore Massimiliano durante le insurrezioni del 1848. Ora è stata completamente recuperata e risanata dal Magistrato alle Acque di Venezia.
L’attuale chiesa, fu costruita nel 1929 sui precedenti fondazioni.
Il Carciofo di Sant’Erasmo:
In provincia di Venezia sono coltivate due varietà di carciofo: il “Violetto di Chioggia” e il “Violetto di Sant’Erasmo”.
Da secoli ormai, in laguna di Venezia in particolare a Sant’Erasmo, Vignole, Lio Piccolo, Malamocco, Mazzorbo, si producono carciofi di grande qualità, frutto del lavoro e della tenacia di agricoltori, che a dispetto delle mode del mercato globale, riescono a conservare antichi sapori.
Questa tradizione permane soprattutto a Sant’Erasmo, i cui terreni, consentono la coltivazione di verdure saporite tra le quali il carciofo violetto cha ha preso il nome proprio da quest’isola.
Tenero, carnoso, poco spinoso e di forma allungata, il carciofo di Sant’Erasmo ha le brattee color violetto cupo, che racchiudono un cuore dal gusto inconfondibile.
A Sant’Erasmo i primi carciofi vengono raccolti verso inizio di aprile. Questi carciofi, che vedono letteralmente impazzire i veri intenditori, sono le “castraure”, cioè il frutto apicale della pianta di carciofo che viene tagliato per primo in modo da permettere lo sviluppo di altri 18-20 carciofi laterali (botoli) altrettanto teneri e gustosi. Le castraure sono famose per il loro gusto unico e particolare, un carciofo tenerissimo che è un insieme di sapori, dal leggero sapore amarognolo, che ne esaltano l’inestimabile valore organolettico.
Consigli utili:
- Da Portogruaro recarsi a Punta Sabbioni, dopo aver superato Jesolo. Da lì partono i vaporetti della linea ACTV che traghettano verso Sant’Erasmo. E’ molto bello passeggiare per l’isola a piedi o in bicicletta.
- Percorso: dal pontile ACTV di S.Erasmo-Capannone si prende la carrareccia diretta a sud e la si segue compiendo il periplo costiero dell’isola.
- Lunghezza: 9 Km
- Tempo di percorrenza: 3 ore (escluse le soste)
- Viabilità: il percorso si svolge per circa quattro chilometri su strada asfaltata e per i rimanenti cinque su stradine bianche o sterrate.
- Punti d’appoggio: sull’isola è presente un solo negozio di alimentari presso il centro abitato. In caso di emergenza ci si può rivolgere alle numerose abitazioni private.
- Ristorante: Ristorante Vignotto
- Indirizzo: Isola di Sant’Erasmo, 71 logo, Sant’Erasmo
- Città, provincia e CAP: Venezia (VE) – 30141
- Telefono: 041-2444000 – Fax: 041-8109929
- Periodo consigliato: da aprile a ottobre
- Abbigliamento: adeguato alla stagione; il clima può essere caldo afoso nei mesi estivi o ventilato nelle stagioni intermedie. Si consigliano buone calzature.
- Avvertenze: all’arrivo verificare gli orari del vaporetto per ripartire; rispettare le colture e le proprietà private. Nei giorni festivi dell’estate l’isola viene raggiunta da numerosi bagnanti che frequentano la spiaggia.
[print_link]
Lascia un commento