Sviluppo e tradizione: un fragile equilibrio

Su di una tomba c’era la statua di un aquila a significare che il defunto in vita aveva espresso l’augurio di reincarnarsi nel rapace, affascinato dall’immagine di libertà che vi associava. Ma la tomba non può essere costruita se non dopo una cerimonia, che tra le altre cose prevede offerte fatte al defunto e il sacrificio di un bufalo. Se la famiglia è povera, dalla sepoltura del defunto all’edificazione della tomba può passare molto tempo, anche anni, e a volte il sacrificio è troppo costoso e non può essere celebrato, lasciando la sepoltura priva di una vera tomba Tompuon.

Questo rituale in alcuni casi ha già risentito di contaminazioni moderne come l’uso del cemento invece del legno, la presenza di sculture che raffigurano personaggi non appartenenti alla realtà Tompuon, un poliziotto per esempio, o l’offerta sulla tomba del defunto di sigarette, occhiali da sole e lattine di bevande. Ma queste contaminazioni in ogni caso non hanno alterato il rituale. L’uso del cemento al posto del legno è un segno di ricchezza e non cancella la necessità del sacrificio animale, offrire un paio di occhiali invece che un mango non cambia il significato dell’offerta, la figura del poliziotto anche se non esiste nel villaggio rappresenta nell’immaginario il potere, come l’aquila del resto. Quindi le caratteristiche essenziali del rituale restano comunque vive. Ma in alcuni casi esso è stato cancellato completamente.

In uno di questi cimiteri al posto di una tomba tradizionale c’era una croce, segno che il rito animista era stato sostituito dal rito cristiano.
Come è potuto arrivare il cristianesimo in una delle zone più remote della Cambogia, paese buddista, dove i cristiani rappresentano una minoranza insignificante?

Negli anni 70 alcuni missionari americani della Christian and Missionary Alliance (Alleanza Cristiana e Missionaria) hanno introdotto la religione cristiana fra i Jarai che vivevano sugli altopiani vietnamiti. Si stima che attualmente in Vietnam poco meno di un terzo dei Jarai si sia convertito al cristianesimo.
L’Alleanza Cristiana e Missionaria è una confessione evangelica protestante fondata nel 1887 da un predicatore presbiteriano canadese ed è attualmente presente con 800 missionari in 58 nazioni. Ha chiese in 81 paesi del mondo e si propone come fine primario la conversione e la diffusione del cristianesimo e come fine secondario l’attuazione di programmi di aiuto e sviluppo.
I metodi utilizzati dai missionari americani per diffondere il verbo di Dio sono a volte tanto ingegnosi quanto subdoli.

Tradizionalmente i Jarai amano la musica e a differenza dei Tompuon hanno un alfabeto, quindi hanno libri e possono leggere gli spartiti musicali. Nei villaggi più accessibili i missionari americani scelgono alcune persone alle quali insegnare canzoni che parlano di Gesù. Assieme all’insegnamento vengono regalate delle chitarre e libri con i testi delle canzoni. Questi nuovi missionari cantori provvedono poi a diffondere il credo cristiano attraverso le loro canzoni, raggiungendo anche i villaggi più remoti. Tramite la musica dei Jarai il cristianesimo ha raggiunto anche i Tompuon. I Tompuon infatti non hanno testi scritti poiché non hanno un alfabeto, ma alcuni di loro sono in grado di comprendere la lingua Jarai. Ed ora anche ai Tompuon sono arrivate in regalo le chitarre assieme ai libri in Jarai con le canzoni di Gesù. Negli anni 70, nello stesso periodo in cui l’Alleanza Cristiana e Missionaria approdava in Vietnam si è sviluppato fra i Degar un movimento indipendentista che ha scatenato l’azione repressiva del Vietnam.

Si è stimato che nel solo Vietnam, considerato il tasso di crescita annuo nazionale, i Degar avrebbero dovuto raggiungere ai giorni nostri una popolazione di circa 6-7 milioni, ma a seguito dei massacri subiti la popolazione attuale si aggira attorno alle 800.000 unità. L’Alleanza all’epoca era una delle poche organizzazioni internazionali testimone dell’eccidio, ma forse ha considerato prioritario l’insegnamento del loro credo piuttosto che mettere in piedi una campagna di denuncia per la difesa dei diritti umani e di informazione sul genocidio in corso.

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