Ho notato anche che la popolazione è molto giovane: il 60% è al di sotto dei trenta anni ed è costituita da più etnie, una cinquantina circa. Ciò che colpisce, girando per le città, è la folla variopinta di uomini e donne che vi circola liberamente; quest’ultime, pur trovandoci in un paese musulmano, non sono velate e indossano lunghe tuniche colorate e molte sono quelle che esibiscono, come un vezzo penso, denti d’oro.
La nostra guida sottolineava che l’Uzbekistan è uno stato laico e che la religione musulmana è vissuta più come una tradizione che una pratica spirituale profonda e condivisa, tanto è vero che qui la vita sociale non è accompagnata, come in altri paesi musulmani, dalla voce del muezzin che chiama alla preghiera, che la carne di maiale è consumata dalla popolazione, che il Ramadam è rispettato solo da una minoranza, e che molte moschee e madrase sono state trasformate in musei o luoghi turistici, con annessi mercatini. Ciò che rimane soprattutto impresso dell’Uzbekistan sono alcuni luoghi che conservano intatto il fascino di un’epoca lontana, che sembrano sospesi nel tempo, che si credono dapprima vivi solo nell’immaginario collettivo e che si riscoprono poi reali; è il caso di Khiva, una cittadina che sorge a nord del paese, nelle vicinanze di Urgenc, e che si presenta come un miracolo architettonico: essa si mostra al visitatore intatta, come nel 1500, raccolta nel poderoso quadrilatero delle mura di fango e di paglia, alte 30 metri, che cambiano colore a seconda della luce che le investe e che racchiudono un intreccio geometrico di vicoli, slarghi, piazze, palazzi, moschee, madrase, minareti e torrette con un grande impatto emotivo.
Questa mia esperienza in Uzbekistan è stata senz’altro positiva ed appagante e dal punto di vista culturale e dal punto di vista relazionale e mi sento di consigliarla ad altri, invitandoli a visitare questo paese al più presto, se vogliono coglierne l’autenticità, la ricchezza e la varietà d’aspetti, prima che diventi una meta del turismo di massa che tutto appiattisce.
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