Insomma una via crucis che può durare mesi… con la non rara prospettiva dell’intervento.
Si deve sapere che 85% delle ernie discali, spesso riscontrate nelle risonanze magnetiche NON SONO responsabili dei dolori e di conseguenza NON DEVONO ESSERE OPERATE. Molto dipende dall’età del paziente: più è giovane più è rischioso. Inoltre, un’operazione oltre i 50 anni è praticamente assurda, visto che i dischi a quella età, non presentano praticamente più una compattezza che può ferire le strutture collaterali in caso di spostamento fuori sede, ossia di ernia. Perciò le cause sono da ricercare altrove ossia nella meccanica alterata delle articolazioni vertebrali e/o del bacino, ossia fra l’ilio e il sacro (il bacino è formato da un osso centrale, il sacro e da due ossa laterali, gli ilii).
Una biomeccanica alterata a livello del bacino si traduce spesso nell’apparente dimensione diversa fra gli arti: una gamba sembra più corta. Una pazzia spesso riscontrata è l’applicazione di una suola compensatrice! Non può che far peggiorare la situazione.
Il rimedio è semplice: dopo aver accertato tramite test clinici la presenza del blocco articolare, la sua entità e il suo senso, una semplice manovra di liberazione renderà la libertà alle strutture e di conseguenza le cause dei dolori saranno state eliminate; spesso entro una settimana. Questa è la differenza, enorme, fra le scuole che si confrontano nella cura della lombalgia: la prima, la medicina tradizionale, si limita a tentare di eliminare i sintomi ossia il dolore, tramite la chimica dei farmaci responsabili di notevoli disturbi secondari. La seconda, la fisiochinesiterapia e la terapia manuale, si preoccupa di eliminare le cause profonde che provocano la comparsa della patologia. La prima spesso non fa che tamponare e lascia spesso dei lavoratori a carico dello Stato, inutilmente, per lunghi periodi. La seconda rende libertà e salute al corpo, spesso in pochi giorni.
Purtroppo quest’ultima ha un difetto non indifferente: non fa comodo all’industria farmaceutica e alla lunga catena di tutti quelli che vi ruotano attorno. A parer mio, ci vorrebbe invece una maggiore curiosità scientifica da parte dei rappresentanti della medicina tradizionale e una maggiore preparazione, base di una apertura mentale, che faciliterebbe ciò che manca di più alla cura corretta ed economica delle patologie descritte, ossia la collaborazione, nel rispetto reciproco delle parti.
Dr. Claude Andreini, Kinesithérapeute
[print_link]
Articoli correlati
Pagine: 1 2
Lascia un commento