Uno sguardo al far east…

Quali le caratteristiche principali del cinema cinese contemporaneo? E perché concentrarsi su tale “contemporaneità”?
Se è vero che la cinematografia cinese nasce agli inizi del secolo scorso e si sviluppa a partire dagli anni Venti, è altrettanto indubbio che il legame con la classe politica non ne ha molto facilitato le sorti. Senza addentrarsi dettagliatamente in analisi storico-politiche, possiamo affermare con discreta approssimazione che dal “Movimento del quattro maggio” (1919) alla morte di Mao (1976), i cineasti cinesi hanno incontrato non poche difficoltà sul proprio cammino di “autonomia”.

Per fornire un’analisi (per quanto minima) della produzione cinematografica cinese, si è soliti dividere i cineasti per “generazioni”, con riferimento agli anni d’uscita dagli istituiti cinematografici di Stato. Esse possono essere essenzialmente riassunte come segue: Prima generazione: 1905÷1934 – Seconda generazione: 1934÷1949 – Terza generazione: 1949÷1966 – (periodo della rivoluzione culturale) – Quarta generazione: 1978÷1984 – Quinta generazione: 1984÷oggi – Sesta generazione: 1990÷oggi.
In questa sede ci concentriamo in particolare sul periodo che va dal 1984 ad oggi e che vede una vera e propria “rinascita” di una forma artistica pressochè bandita ai tempi della Rivoluzione culturale. Autori quali Zhang Yimou e Chen Kaige (principali esponenti della quinta generazione, più prettamente “di rottura” con il passato) o Zhang Yuan, Gu Changwei e Wang Xiaoshuai, (esponenti della sesta generazione, che vive il passaggio dal comunismo al “socialismo di mercato”) oggi rappresentano il futuro  e la vera sfida alla tradizionale (ma drammaticamente in crisi) egemonia hollywoodiana. (1)

Esempi più famosi e significativi sono “Lanterne Rosse” di Zhang Yimou e “Addio mia concubina” di Chen Kaige, veri e propri capisaldi degli anni ‘90 (del 1991 il primo, del 1993 il secondo), che si contraddistinguono per la rottura con un passato ancora succube della propaganda maoista, focalizzandosi su storie minimali e personali. Entrambi i film (Leone d’argento a Venezia nel 1991 il primo, Palma d’Oro a Cannes nel 1993 il secondo) sono emblematici di questa svolta contenutistica (il privato messo in pubblico) ed adottano un’ottica completamente differente dalle produzioni tradizionali, rifacendosi a vicende e relazioni interpersonali decisamente tragiche, connesse a pagine di storia della Cina (ambientato negli anni Venti il primo, addirittura nell’arco di 50 anni il secondo) sulle quali l’occhio dell’autore è tutto fuorché “schierato” o “compiacente” (di qui i problemi di censura subiti in patria). Il tutto unito ad una cura oserei dire compulsiva per la realizzazione fotografica e la bellezza degli attori (non a caso lanciano nell’olimpo delle star internazionali quella Gong Li destinata a rompere i cuori di noi occidentali). Entrambi i film sono reperibili in DVD anche nel nostro paese: l’acquisto chiaramente è consigliatissimo.

(1) vedasi a questo proposito la recente produzione americana della Sony: quel “Memoirs of a Geisha“, regia di Rob Marshall, che ospita un trittico di star cinesi: Michelle Yeoh, Gong Li, Zhang Ziyi.

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